Ragusa

Modica, lavoratori Igm esasperati: ultimo stipendio ad aprile

MODICA (RG) – È un copione già visto e rivisto quello che riguarda i lavoratori della Igm Servizi ambientali di Modica. L’ultimo stipendio ricevuto è quello di aprile, sono già maturati maggio e giugno, e tra poco ci sarà anche la quattordicesima.

Purtroppo è una storia vista e rivista e i lavoratori sono esasperati per i continui ritardi che riguardano i loro stipendi. “È una vicenda che non può prolungarsi per molto – hanno evidenziato i rappresentanti sindacali di Fp Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti, Salvo Tavolino, Nino Giannone e Silvio Balsamo –. Un contenzioso tra Comune e azienda non può costringere questi lavoratori ad operare in queste condizioni. L’Amministrazione comunale è ancora debitrice di alcune somme alla Igm e questo sta creando problemi di liquidità che mettono a rischio i pagamenti degli stipendi”.

“I lavoratori si ritroveranno in assemblea perché ormai stanchi di questi rinvii – hanno aggiunto ancora Tavolino, Giannone e Balsamo –. Abbiamo sollecitato il comune di Modica e lo stesso prefetto di Ragusa è stato aggiornato per un suo intervento. I lavoratori continuano a garantire, responsabilmente, la loro opera che riguarda l’igiene e quindi la salute dei cittadini. Adesso, però, la misura sta per essere colmata ed è necessario giungere alla soluzione: il pagamento di quanto dovuto”.

In stato di agitazione sono anche i dipendenti della Servizi per Modica, società partecipata. Qui le mensilità arretrate sono cinque. Lo sciopero è stato annunciato per il 14 luglio. “Dopo otto anni continuiamo ad essere il fanalino di coda dei comuni italiani – ha sottolineato Vito D’Antona di Sinistra Italiana – Mentre la legge, in ottemperanza alle indicazioni dell’Unione Europea, obbliga le pubbliche amministrazioni a pagare le fatture delle imprese che forniscono lavori e servizi entro trenta giorni, il comune di Modica ha registrato in questi anni tempi di pagamento di 303 giorni nel 2017, di 243 giorni nel 2018, di 231 giorni nel 2019, fino a raggiungere una media di 570 giorni (quasi sei mesi) nel 2020, a fronte di comuni vicini al nostro con tempi di pagamento al di sotto addirittura dei trenta giorni”.

“Se a questo risultato – ha aggiunto l’esponente di Sinistra italiana – si aggiunge un’anticipazione di cassa che nel 2019 ha raggiunto la cifra impressionante di oltre 28 milioni di euro con costi esorbitanti dovuti agli interessi passivi a carico del bilancio, una riscossione ferma all’8 per cento dei crediti iscritti in bilancio il quadro non necessita di essere commentato”.

“Abbate, prima di pensare a collocarsi alle prossime elezioni – ha concluso D’Antona – ha il dovere di spiegare ai cittadini, ai lavoratori interessati da questi inaccettabili ritardi e ai loro sindacati come è stato possibile raggiungere tali livelli di preoccupante emergenza finanziaria pur avendo ottenuto dalla Cassa Depositi e Prestiti, nel 2014, 64 milioni di euro e nel 2020 44 milioni di euro proprio per pagare i debiti arretrati”.