Secondo le ultime sitme, il business dei monopattini elettrici genera, a livello globale, un giro d'affari da 30 miliardi di euro. Necessario però regolamentare la presenza dei due ruote sulle strade
Negli ultimi tempi il tema della mobilità sostenibile,
grazie anche a campagne di sensibilizzazione su scala mondiale, è tornato
prepotentemente d’attualità, rilanciando l’uso di mezzi di trasposto non
inquinanti. Protagonista assoluto è stato il monopattino elettrico, che
ha conosciuto una rapidissima diffusione nelle nostre città. Il governo
italiano, già dal giugno 2019, ha deciso di lanciare in via
sperimentale questi dispositivi, il cui utilizzo è cresciuto in modo
esponenziale nel 2020, grazie anche ad agevolazioni e iniziative di
noleggio promosse da stato ed enti locali.
Secondo le ultime stime questo comparto genera, a livello globale, un giro d’affari da 30 miliardi. Un mercato già importante, destinato a crescere ancora, che potrebbe rappresentare una scommessa per l’imprenditoria italiana. Al momento, nel nostro paese, non vi sono dei veri e propri poli produttivi: i marchi tricolore, infatti, si occupano soprattutto di progettazione e distribuzione. È notizia di questi giorni, però, l’interessante iniziativa dell’azienda italiana Triride, che ha progettato e realizzato il kobra scooter”, un monopattino elettrico con le caratteristiche di uno scooter, più efficiente e sicuro di un esemplare tradizionale.
Il tema della sicurezza, d’altra parte, è di primaria
importanza, vista la necessità di regolamentare al meglio la presenza dei “due
ruote” sulle strade. Il primo passo in questo senso risale all’anno scorso, con
le linee guida stilate dal Ministero dei Trasporti e dall’Anci.
Ancora troppo poco, però, come testimoniano la cronaca e il rapporto stilato dall’Asaps
(Associazione Amici e Sostenitori della Polizia Stradale) sugli incidenti che
hanno coinvolto i monopattini nel 2020. Nel periodo di riferimento, secondo le
risultanze dell’inchiesta, si sono verificati ben 125 sinistri gravi che
hanno causato un morto, 11 feriti in prognosi riservata e 49
feriti con prognosi superiore ai 40 giorni. Numeri di per sé preoccupanti,
resi ancor più gravi dai due decessi verificatisi tra febbraio e
marzo del 2021.
Analizzando più nel dettaglio il rapporto Asaps si
apprende che, nella maggior parte dei casi, la causa degli incidenti è stata la
caduta autonoma dovuta a ribaltamento, senza alcun urto con ostacoli fissi.
Vale a dire che il fattore scatenante è stata la distrazione del conducente (molti gli utenti che usano il
cellulare alla guida, magari per scattare dei selfie), la sua inesperienza o la
cattiva manutenzione del fondo stradale. Gli scontri frontali e laterali,
seconda causa dei sinistri, sono avvenuti quasi sempre ad incroci, nei pressi
di rotonde o comunque in situazioni dove non è stata rispettata la precedenza.
Altro dato rilevante quello riguardante gli incidenti con guidatori in stato
d’ebrezza, ben otto. Una variante da tenere particolarmente in
considerazione sembra essere quella dell’età. Sono, infatti, numerosissimi i
giovani o giovanissimi che usano frequentemente i monopattini elettrici. Trenta
degli utenti coinvolti negli incidenti verificatisi nel 2020, ad esempio,
avevano meno di diciott’anni. Senza dimenticare, infine, che il traffico
tentacolare e la conformazione di molte città italiane non depongono certo a
favore della presenza dei monopattini.
Alla luce anche di questi dati il legislatore sta
valutando nuovi e specifici interventi. Prova ne è il disegno di legge
presentato dal senatore Gianni Pittella. Il testo, che prevede norme
specifiche per i ragazzi tra 14 e 18 anni, qualora fosse
approvato da entrambi i rami del Parlamento, limiterebbe l’uso del
monopattino in aree e percorsi pedonali ad una velocità non superiore a 6
km/h, e nelle corsie per bicilette, ad un massimo di 12 km/h.
Diventerebbe, inoltre, obbligatorio indossare giubbotti e bretelle
retroriflettenti. La discussione del Ddl non è stata ancora
calendarizzata, ma l’augurio è che possa avvenire al più presto vista la
necessaria ed urgente regolamentazione.
Vittorio Sangiorgi