PALERMO – In attesa di un Piano nazionale per la riconversione del settore zootecnico verso modelli agroecologici, in Sicilia potrebbe diventare legge una moratoria immediata sull’apertura di nuovi allevamenti intensivi e sull’incremento delle strutture esistenti. La mozione, presentata all’Ars da Ismaele La Vardera, punta a ridurre i danni ambientali e sanitari derivanti dal modello intensivo e a promuovere modelli che tutelino l’ecosistema e il benessere degli animali. Mozione firmata anche da Valentina Chinnici (Pd), Nuccio di Paola e Carlo Gilistro (M5s).
“Gli ingenti finanziamenti pubblici, di cui beneficiano le grandi aziende del settore degli allevamenti intensivi – si legge sul documento – potrebbero essere destinati in modo più efficiente per promuovere una transizione verso sistemi di allevamento più sostenibili, rispettosi dell’ambiente e del benessere animale”. Il riferimento è a tutti i bandi regionali e nazionali che attingono ai fondi comunitari, nazionali e regionali e che finanziano le aziende agricole che si occupano di allevamento.
“Sebbene la zootecnia intensiva possa sembrare economicamente vantaggiosa per le grandi aziende del settore – si legge ancora – il suo funzionamento è fortemente dipendente da input esterni, quali energia, mangimi e acqua, il che la rende particolarmente vulnerabile alle crisi ambientali ed economiche”. L’ammoniaca e le polveri sottili liberate nell’aria dagli allevamenti, l’impiego di organismi geneticamente modificati in agricoltura (ogm), la deforestazione dovuta alla necessità di ricavare suolo per la coltivazione del foraggio, l’impiego sistematico di antibiotici – secondo quanto sostenuto da La Vardera e da larga parte della comunità scientifica – comportano gravi effetti sulla salute umana: disturbi respiratori, forme tumorali, antibiotico-resistenza. Inoltre, sarebbero responsabili dello sviluppo di zoonosi e aumenterebbero considerevolmente il rischio di pandemie”.
Alle considerazioni sulla tutela della salute umana, si aggiungono le considerazioni etiche sui diritti degli animali, sottoposti a ritmi innaturali, costretti a vivere in spazi ristretti, in condizioni che violano molto spesso le normative contro il maltrattamento e che, in ogni caso, non rispettano i loro bisogni fisici e psicologici. L’iniziativa è nata a seguito della proiezione all’Ars del documentario d’inchiesta Food for profit, avvenuta lo scorso marzo, è stata da noi sollecitata durante un lavoro d’indagine sull’argomento che pubblicheremo la prossima settimana.