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Addio a Maria Cristina Gallo, il marito: “Ha lottato, era una persona splendida. Non si reggeva in piedi ma voleva stare in famiglia l’ultima sera”

Addio a Maria Cristina Gallo, il marito: “Ha lottato, era una persona splendida. Non si reggeva in piedi ma voleva stare in famiglia l’ultima sera”
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Questo il ricordo affidato a “La Repubblica” da Giorgio Tranchida, marito di Maria Cristina Gallo, la donna di Trapani morta per una malattia purtroppo degenerata dopo i gravi ritardi nei referti oncologici dell’Asp di Trapani.

“Era una persona splendida, bellissima. Mi sono innamorato dei suoi occhi. Si reggeva in piedi a stento, ma si è seduta con noi e insieme abbiamo recitato il rosario. Lei ovviamente non ha mangiato e anche se era molto stanca ha aspettato che finissimo la cena io e i nostri due figli prima di stendersi di nuovo”.

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Questo il ricordo affidato a “La Repubblica” di Giorgio Tranchida, marito di Maria Cristina Gallo, la donna di Trapani morta per una malattia purtroppo degenerata dopo i gravi ritardi nei referti oncologici dellAsp di Trapani. Come noto, la sua era diventata una storia di rilievo a livello nazionale, con otto mesi per le consegne di un esame istologico svolto dopo biopsia che impedì alla donna di avviare velocemente le cure per il suo cancro. Da lì, l’epilogo che dopo qualche mese ha poi portato alla morte.

Morte Maria Cristina Gallo, il ricordo del marito: “Ha lottato fino alla fine”

“Ha lottato fino alla fine senza mai una parola di rabbia, di rancore, di odio o di vendetta per tutto quello che è accaduto. Anche nei confronti dei medici non si è mai accanita, voleva cambiare il sistema, non colpire il singolo colpevole. – spiega il marito della donna, Giorgio Tranchida, a “La Repubblica”. Poi, ancora: “Resta ancora la battaglia che non deve fermarsi, che deve andare avanti. Non si deve mai spegnere il faro su tutto quello che è successo. Nessun altro deve vivere quello che ha vissuto mia moglie, proprio come voleva lei. Il suo sacrificio non può essere stato vano”.

“Il sacrificio di aver reso pubblico il pudore della sua malattia, di averlo condiviso per un fine più grande: la battaglia per una sanità pubblica che funzioni, più equa, più giusta. Che non costringa la gente a viaggiare per curarsi. Maria Cristina lo ha detto più volte: “La mia battaglia è per il futuro dei miei figli e di tutti i ragazzi che vogliono crescere in Sicilia. Questa terra si merita una buona sanità”. – conclude inizialmente il marito della donna morta nelle scorse ore, celebre per il caso riguardo all’Asp di Trapani. Sulla giustizia per quanto accaduto a Maria Cristina Gallo, la moglie, Tranchida infine chiarisce: “Non voglio giustizia, ma voglio praticare la giustizia per il futuro”.