“Le ipotesi giornalistiche che attribuiscono l’assenza di impronte digitali sulla fascetta stretta al collo di Angelo Onorato a caratteristiche tecniche del materiale sono del tutto infondate”. Lo affermano in una nota l’avvocato Vincenzo Lo Re, del foro di Palermo, e l’avvocato Francesca Donato, moglie di Onorato, trovato morto il 25 maggio 2024 nell’auto con una fascetta di plastica al collo.
Il comunicato
“Il materiale delle fascette di cablaggio non rientra tra quelli refrattari a trattenere impronte digitali – si legge nel comunicato – né vi sono condizioni ambientali o temporali che possano aver determinato un loro deterioramento. Nessun atto di indagine, inclusi quelli della polizia scientifica, riporta valutazioni negative sull’idoneità della fascetta a conservare impronte”.
“Sminuire rilevanza”
Gli avvocati concludono condannando “il tentativo di sminuire la rilevanza di questa circostanza con tesi prive di fondamento, un comportamento né professionale né moralmente accettabile”.

