Morto Angelo Ventura, possibile omicidio di mafia a Vittoria
20 Febbraio 2025

Un colpo fatale, morto Angelo Ventura: si indaga sull’omicidio, possibile agguato mafioso

Un colpo fatale, morto Angelo Ventura: si indaga sull’omicidio, possibile agguato mafioso

Redazione  |
giovedì 30 Gennaio 2025

Il 39enne sarebbe stato raggiunto da un colpo di lupara: è morto dopo alcune ore di agonia in ospedale a Vittoria. In corso le indagini sull'omicidio.

È morto Angelo Ventura, l’uomo di 38 anni gambizzato nella notte a Vittoria, in provincia di Ragusa, presumibilmente attraverso un fucile da caccia o una lupara. Sono in corso le indagini sull’omicidio, che potrebbe essere riconducibile a contrasti nell’ambito della mafia locale.

La polizia sta indagando sulla sua possibile lontana parentela della vittima con esponenti del gruppo stiddaro dei Ventura.

Morto Angelo Ventura, possibile omicidio di mafia a Vittoria

Secondo le prime informazioni a disposizione sul delitto, il 38enne sarebbe stato raggiunto da un solo colpo di un’arma da fuoco di grosso calibro, forse un fucile da caccia. Il proiettile avrebbe raggiunto l’arteria femorale. L’uomo sarebbe stato trasportato all’ospedale Guzzardi di Vittoria all’interno del bagagliaio di una grossa vettura in gravissime condizioni. Lì, dopo alcune ore di agonia e un intervento di chirurgia vascolare per fermare l’emorragia, il 38enne è deceduto.

Scattano le indagini

Sull’omicidio di Angelo Ventura sono già scattate le indagini della polizia. Non è ancora chiaro né chi abbia colpito il 38enne, poi deceduto, né chi lo abbia accompagnato in ospedale in fin di vita. Le telecamere di videosorveglianza avrebbero ripreso due uomini, la cui identità è al momento ignota. Gli inquirenti stanno investigando sulla possibile parentela della vittima con esponenti della mafia locale, anche se non c’è alcuna certezza – al momento – che essa possa essere direttamente collegata al delitto.

Non si esclude neanche che l’intento iniziale dei sicari non fosse l’omicidio, ma solo gambizzare il 38enne. Un avvertimento finito in tragedia, insomma.

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