È morto l'artista Luciano Perna, le sue opere straordinarie - QdS

È morto l’artista Luciano Perna, le sue opere straordinarie

È morto l’artista Luciano Perna, le sue opere straordinarie

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giovedì 06 Gennaio 2022

L'uomo è morto improvvisamente per un attacco di cuore, a 63 anni. La morte dei genitori, il trasferimento in Venezuela e quello in California, la sua carriera.

Luciano Perna, artista concettuale italo-americano, è morto per un attacco di cuore a 63 anni a Los Angeles, dove viveva da quasi quattro decenni. L’annuncio della sua scomparsa, avvenuta il 28 dicembre, è stato dato dalla moglie Darcy Huebler, docente al California Institute of the Arts, al “Los Angeles Times”.

Le sue eccentriche sculture e le sue fotografie variegate continueranno a giocare con l’elasticità della materia e del tempo, spesso nascondendo inaspettate profondità autobiografiche.

Chi era Luciano Perna

Nato a Napoli il 14 gennaio 1958, da Elena Chiesa e Berardo Perna, Luciano Perna ha iniziato a scattare fotografie a 14 anni, ispirato dal lavoro amatoriale di suo padre con una fotocamera Leica M3.

Dopo la morte di entrambi i genitori a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro, quando non aveva ancora 16 anni, si è trasferito a Caracas, in Venezuela, per vivere con un fratellastro più grande, Claudio Perna, artista concettuale e geografo.

Il trasferimento in California

Dopo cinque anni in Venezuela, si trasferì in California, frequentando il California Institute of the Arts, dove fu allievo di John Baldessari e Barbara Krueger. Dopo una produzione in stile figurativo, ha realizzato la serie dei ‘reliquiarium’, utilizzando materiali di riciclo con uso del colore e recuperando la memoria dei lavori degli antichi artigiani e pittori napoletani.

Le sue opere

I suoi lavori più recenti, ispirati dalla pandemia da Covid, sono fotografie che hanno massimizzato le capacità del mezzo digitale: si tratta di immagini spettrali che mostrano antichi manufatti da museo, gomitoli di spago che si dipanano e fragili piante grasse e cactus in fiore su sfondi neri vellutati e silenziosamente minacciosi. Gli oggetti appaiono alieni e antichi, delicati e determinati.

Le sue foto sono apparse nel 2020 sulla rivista “Artforum”, dove il critico Benjamin H.D. Buchloh le ha descritte come “fiori di confinamento e disperazione attuali”. Le stampe a getto d’inchiostro sono state esposte l’anno scorso a Parigi alla Marian Goodman Librarie.

Il suoi lavori sono stati presentati in mostre al Los Angeles Contemporary Exhibitions, al Laguna Art Museum, al List Visual Art Center del Mit di Boston, alla Dia Art Foundation di New York, all’Institute of Contemporary Art di Los Angeles, all’Ica di Londra.

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