La risposta cardiaca delle mosche al pericolo è simile a quella degli esseri umani, con un aumento della frequenza del battito. Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista Current Biology, condotto dagli scienziati del Centro di ricerca per l’Ignoto del Champalimaud Foundation, che hanno esaminato il battito cardiaco di alcuni insetti esposti alla simulazione di un pericolo.
Lo studio e la ricerca
Il team, guidato da Marta Moita, ha esaminato il cuore di alcuni moscerini della frutta, una struttura composta da due singole file di cellule. I ricercatori hanno seguito l’attività del cuore attraverso l’esoscheletro trasparente dell’animale. Gli studiosi hanno simulato un pericolo in avvicinamento tramite una serie di immagini su uno schermo.
“Siamo rimasti piuttosto sorpresi da questi risultati – afferma Moita – sappiamo che quando i vertebrati affrontano una minaccia, il loro sistema nervoso autonomo genera cambiamenti nell’attività cardiaca, ma è la prima volta che osserviamo una risposta del genere negli insetti. I cuori delle mosche acceleravano il battito quando fuggivano, mentre se l’animale si immobilizzava, la frequenza cardiaca diminuiva”.
“Dato che le mosche non hanno un sistema nervoso autonomo – continua – la scoperta è molto intrigante. La struttura del cuore della mosca è molto diversa dalla nostra, e l’organo cardiaco è diviso in due scomparti sigillati, che pompano il sangue in due direzioni”.
Gli scienziati hanno scoperto inoltre che il cuore pompava più attivamente verso la sezione anteriore della mosca in entrambi gli atteggiamenti di risposta al pericolo. “Abbiamo scoperto che quando gli insetti si immobilizzano – riporta la ricercatrice – si trovano in uno stato di preparazione attivo. Speriamo che queste informazioni ci portino a una migliore comprensione del modo in cui il cervello controlla il comportamento animale”. (AGI)