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Fondazione Movember e mondo del rugby insieme contro il tumore alla prostata

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Fondazione Movember e mondo del rugby insieme contro il tumore alla prostata

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mercoledì 17 Novembre 2021

Con la pandemia il 30% dei pazienti ha rinunciato alle visite per paura di essere contagiato. Tutti i sintomi del tumore alla prostata e l'iniziativa di Movember.

Novembre è il mese dedicato alla lotta e alla prevenzione del tumore alla prostata. Per l’occasione, come ogni anno Movember Foundation lancia l’inziativa “dei baffi”.

Gli uomini sono invitati a rasare i loro visi e lasciare crescere dei folti baffoni fino alla fine del mese, cosicché le persone attorno possano chiederne la motivazione.
Dal 2003 ad oggi il movimento è riuscito a raccogliere più di 5 milioni di adesoni e a finanziare 1.250 progetti di ricerca.
Quest’anno ad aderire al movimento anche Benetton Rugby e Gladiatore Sport, che hanno messo in vendita delle simpatiche t-shirt con i baffi e il cui ricavato andrà devoluto all’Istituto Oncologico Veneto di Padova.

Tumore alla prostata, sintomi e prevenzione

L’obiettivo di Movember è quello di informare i cittadini di tutte le strategie utili a prevenire e diagnosticare in tempo il tumore alla prostata, che è diventato il secondo più diffuso tra gli uomini. Si prevedono quasi due milioni di casi entro il 2030.

A rendere complessa la diagnosi della patologia, infatti, l’informazione talvolta carente. Molte persone non conoscono la figura dell’urologo, il posizionamento e le funzioni della prostata, né tantomeno la necessità di controlli tempestivi nel caso di frequente stimolo a urinare, bruciori, sangue nelle urine, dolore.

La pandemia, inoltre, ha scoraggiato molti uomini a effettuare controlli medici così come impedito molti trattamenti chirurgici, farmacologici e radioterapici. Questo nonostante nel 2020 siano state stimate oltre 76 mila diagnosi di tumori genitourinari, di cui 36 mila localizzati nella prostata.
Durante lo scorso ottobre, la campagna ‘Per il cancro non c’è lockdown’, realizzata da Fondazione PRO con il supporto incondizionato di Ipsen S.p.A., ha stimato che il 30% dei pazienti abbia rinunciato a visite e controlli per la paura di essere contagiato.

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