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Movimento 5 Stelle, Conte e le nomine ai vertici del partito: è corsa per il ruolo di vice

Movimento 5 Stelle, Conte e le nomine ai vertici del partito: è corsa per il ruolo di vice

La questione più spinosa riguarda sicuramente i quattro che collaborano con il numero uno all’indirizzo del Movimento 5 Stelle

A quasi due settimane dalla storica vittoria di Roberto Fico in Campania, il cantiere delle nuove nomine del Movimento 5 Stelle è ancora in stallo. Le carte della partita, tutte in mano al presidente Giuseppe Conte, rimangono coperte, ma qualcosa inizia a filtrare da ambienti parlamentari pentastellati. Per esempio: l’unica certa di essere confermata come vicepresidente vicaria è l’ex senatrice Paola Taverna. Tutti gli altri, dai numeri due dell’ex premier al presidente del Comitato di garanzia, passando per il presidente del Collegio dei probiviri, se non sono in discussione, quantomeno non sono sicuri di rimanere al proprio posto.

Lo Statuto M5s e la rosa di nomi per il Comitato di garanzia

Da Statuto, solo i vice sono nominati dal presidente, ma spetta sempre a Conte proporre una rosa di nomi per il Comitato di garanzia, composto da tre membri, e per il Collegio dei probiviri, che di componenti, dopo Nova, ne ha addirittura sei. E qui il gioco si fa più interessante perché a ballare iniziano a essere in tanti, nuovi e ‘vecchi’ personaggi pentastellati.

La questione più spinosa riguarda sicuramente i quattro che collaborano con il numero uno all’indirizzo del Movimento 5 stelle. Senza Chiara Appendino, dimessa, e Riccardo Ricciardi, diventato capogruppo alla Camera, i posti in ballo come vicepresidenti sarebbero sulla carta solo due, ma non è detto che gli attuali Michele Gubitosa e Mario Turco non possano essere ‘sacrificati’. Il deputato di Avellino, finito ‘sotto processo’ per i risultati non brillanti in Irpinia, nei corridoi di Montecitorio sono certi che verrà fatto fuori; dal quartier generale dei Cinquestelle, invece, il sentiment sembra viaggiare in direzione opposta.

Una partita a Risiko

La questione, certo, è aperta. Motivo per cui entrano di prepotenza nell’alveo dei candidati l’ex presidente dei deputati Francesco Silvestri, la sua vice, Vittoria Baldino. Non solo, però, perché nel risiko che impegna Conte ci sono altri due nomi illustri: Barbara Floridia e soprattutto Stefano Patuanelli. Se la presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai nei giorni aveva detto che non sapeva se sarà vicepresidente – “L’ho letto anche io dai giornali, non so, a me va bene qualunque cosa. Se per quel ruolo c’è anche Vittoria Baldino? Sarei contenta per lei, è una collega molto in gamba” -; per l’attuale capogruppo in Senato sarebbe necessario fare un passo indietro dal ruolo per assumere i galloni di vice di Conte, aprendo di fatto un’altra partita per cui sono pronti a correre tanto la sua vice, Alessandra Maiorino, quanto Luca Pirondini, l’uomo su cui, in un primo momento, il Movimento 5 stelle aveva puntato le sue carte per la corsa alla Liguria.

Poi c’è il Collegio dei probiviri, presieduto da Danilo Toninelli. Se l’ex sindaca di Roma più di qualche volta ha dissentito dalla linea di Conte, l’ex ministro viaggia praticamente sempre in direzione ostinata e contraria rispetto al leader pentastellato.

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