Da tempo non si vede più in televisione uno degli opinionisti più chiacchierati, ovvero il siciliano Giampiero Mughini. Alle colonne del “Il Foglio” si è sfogato raccontando la sua delicata situazione economica e della malattia che lo ha colpito. “Da quando sono stato male hanno smesso tutti di chiamarmi”.
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Mughini: “Ho avuto problemi di salute. La morte? Non ci penso”
“Ho avuto problemi di salute – racconta Giampiero Mughini –. Ma sì, ora sto bene. Se però tu mi dici di andare da qui al mio bagno ci vado con un po’di fatica. Il medico mi ha detto in un linguaggio chiarissimo che io sono giunto al momento in cui devo “gestire” la mia vecchiaia. Non me ne ero accorto, pensa te. Perché di anni ne ho parecchi. Ottantacinque, per la precisione. La morte? Non ci penso. Perché se ci penso lei poi si monta la testa”.
Mughini conserva anche una collezione straordinaria di libri che sarà costretto a vendere per via delle grandi difficoltà economiche: “Le prime edizioni di Pavese, Calvino, Campana, Gadda, Sciascia, Fenoglio, Pirandello, Bassani, Moravia, Bianciardi, Montale, Ungaretti… – spiega a “Il Foglio” –. Nella vita non ho saputo mettere niente da parte, tranne i miei libri“.
“Non vendo tutti i libri, non potrei mai”
“Però alcuni non li vendo, non potrei. I tre libri di Italo Svevo, che sono di leggendaria rarità. I libri di Umberto Saba, perché su Trieste ho scritto un libro al quale tengo molto, e poi Carlo Dossi, che mi piaceva per com’era. Credo di somigliargli, a Carlo Dossi”.
“È una sofferenza indispensabile. – dice ancora Mughini – La vendita sarà accompagnata da un catalogo. Così almeno un libro resta mio, e lo firmano pure. Ma sì, è un colpo al cuore. Lo faccio perché è necessario. L’unico lavoro che ho è l’articolo che scrivo ogni martedì sul Foglio. Con quello ci faccio una dieta intermittente, che fa pure bene alla salute dicono”.

