ROMA – Sarà capitato a tutti, almeno per una volta, di ricevere nella propria posta un verbale per infrazione al Codice della Strada, contenuta in una raccomandata con ricevuta di ritorno. Si tratta di una consuetudine disciplinata dall’articolo 201 del Codice, denominato “Notificazione delle violazioni”, nel quale sono descritte le modalità secondo cui l’autore dell’infrazione deve essere informato del suo “passo falso” commesso alla guida.
Nel caso in cui “la violazione non possa essere immediatamente contestata”, specifica il Codice, come nel caso di eccesso di velocità, un sorpasso azzardato o un accesso a una Zona a traffico limitato (Ztl) – situazioni nelle quali non è possibile fermare immediatamente il veicolo -, la notifica verrà inviata alla residenza, alla dimora o al domicilio del soggetto.
Nel corso di questi anni, è divenuta sempre più comune la notifica dei verbali e di altri atti via Posta elettronica certificata (Pec), uno strumento che ha permesso alla Pubblica amministrazione di abbattere i tempi di consegna e rendere più semplice la comunicazione con i cittadini.
La strada per la notifica dei verbali e di altri atti via Pec è stata aperta qualche anno fa, con il decreto ministeriale n. 151669/2017 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 gennaio 2018. A partire da quella data – e non prima -, la consegna delle multe attraverso Pec è divenuta obbligatoria per tutti quei soggetti che sono possessori di un domicilio digitale…

