Via alla realizzazione del Museo dell’Etna nel padiglione San Marco dell’ex ospedale Vittorio Emanuele, a Catania
Da una parte una passerella istituzionale tra quello che rimane dell’ex ospedale Vittorio Emanuele, con vista indesiderata sugli interni vandalizzati – tra passeggini capovolti, rifiuti di vario genere, resti di apparecchiature elettroniche – dall’altra l’auspicio di avere nel giro di pochi anni un polo culturale capace di attirare quotidianamente giovani e visitatori, ma anche di ridare vitalità a un quartiere da pressoché sempre abbandonato a se stesso.
È questa la cartolina che rimane della giornata in cui a Catania sono stati formalmente consegnati i lavori di ristrutturazione della struttura di via Plebiscito, che, dopo dopo una lunga storia al servizio della sanità con tanto di periodici sconfinamenti nelle pagine di cronaca nera per i non pochi casi di aggressioni a medici e infermieri, verrà trasformato, per una parte, in museo dell’Etna. Per l’occasione a presenziare all’evento, che a margine prevedeva anche un piccolo banchetto, quasi si trattasse più di un’inaugurazione che del simbolico inizio di un cantiere, c’erano i vertici della politica regionale e cittadina – dal presidente Renato Schifani al sindaco Enrico Trantino, dall’assessore regionale ai Lavori pubblici Alessandro Aricò a diversi dei componenti della giunta comunale etnea, tra cui spiccava un sorridente Salvo Tomarchio – e anche la prefetta Maria Carmela Librizzi e il rettore Francesco Priolo.
Schifani: “Non sono solito tagliare nastri altrui”
La presenza a Catania del governatore Renato Schifani è stata all’insegna del fair play. Il presidente ha più volte ribadito come la ristrutturazione dell’ex Vittorio Emanuele nasce da un’iniziativa del precedente governo, quello guidato Nello Musumeci. Un riconoscimento che, avvenendo all’interno del campo del centrodestra e della stessa maggioranza all’Ars, sarebbe da ritenere quasi scontato ma che, considerate le frizioni registrate nel primo anno di legislatura, acquisisce un significato non secondario. “Quello di oggi è un momento importante perché riguarda il recupero di strutture da riconvertire su principi di buona amministrazione. L’opera inizia grazie al precedente governo nei confronti del quale mi sento di essere in continuità. Questi sono i giorni che fanno sentire la politica migliore”, ha detto Schifani, parlando ai giornalisti. “Sarò qui per il completamento dell’opera, sperando che finisca nei tempi previsti, ma sono certo che sarà così. Conoscendo il rigore del sindaco Trantino, sono certo che vigilerà”, ha aggiunto il governatore. Parole, quelle riguardanti la futura inaugurazione del museo, in linea con il cronoprogramma dei lavori che dovrebbero concludersi nel 2026 ma che, in qualche modo, potrebbero trasformarsi anche in una risposta alle voci che nelle ultime settimane, sempre più insistentemente, ipotizzano di una fine anticipata del governo regionale rispetto alla naturale scadenza. Schifani ha colto l’occasione anche per parlare d’altro, a partire dalla possibilità di arrivare all’approvazione della nuova finanziaria entro la fine dell’anno. Un fatto che in Sicilia è tutt’altro che consueto: “Stiamo rispettando il ruolino di marcia, siamo soddisfatti”, ha commentato, per poi smorzare le polemiche riguardanti la gestione dei fondi stanziati nei giorni scorsi dall’Ars. Una pioggia di denaro per consentire a Comuni e associazioni attività di diverso tipo: “La logica che i parlamentari possano avere possibilità di utilizzare fondi pubblici per fini pubblici c’è stata sempre – ha detto Schifani –. Non vedo francamente un grande scandalo. Capisco la parcellizzazione eccessiva di questi interventi però sono interventi finalizzati a migliorare quantomeno la vita dei siciliani”.
Trantino: “Ridaremo speranza al quartiere”
Ha parlato invece di riqualificazione e speranza il primo cittadino Enrico Trantino. Il sindaco, che ha fatto gli onori di casa arrivando prima di Schifani e della prefetta Librizzi, si è soffermato sulle potenzialità del progetto che interessa l’ex Vittorio Emanuele. “Questo è il modo per far rinascere la speranza in una zona che è stata troppo tempo emarginata e anche causa di emarginazione. Il progetto – ha sottolineato – è avveniristico: il museo dell’Etna nella parte centrale, l’Accademia di belle arti, la cessione di un’altra ala all’Università, la realizzazione di campus universitari”. Trantino ha fatto riferimento anche alla ristrutturazione dello storico ponte che unisce l’ex struttura ospedaliera al monastero dei Benedettini: “Si tratta di una delle opere più belle di Catania e riqualificandola creeremo una cerniera tra questo spazio e l’Università”.
L’ex sindaco di Pantelleria
Più in disparte, a seguire il corteo istituzionale c’era anche un altro vecchio della politica: Salvatore Gabriele. Sindaco di Pantelleria, di cui è stato anche presidente del Parco nazionale, Gabriele dal 2021 lavora per Medil, il consorzio d’imprese che si è aggiudicata, insieme a I.Co.Ser srl, la gara d’appalto aggiudicata in estate dal Genio civile di Catania proponendo un ribasso del 15,5 per cento. Con sede legale a Benevento, Medil accoglie al proprio interno numerose ditte di costruzione siciliane. Tra queste Euroinfrastrutture, impresa di Santa Venerina di proprietà di Rosario Di Maria, attuale componente del consiglio di Ance Catania. Alcuni operai di Euroinfrastrutture erano oggi presenti all’ex Vittorio Emanuele con addosso le pettorine dell’azienda. Il contratto d’appalto firmato con la Regione Siciliana vale poco meno di 12 milioni di euro. Bando di gara alla mano, il museo dovrebbe essere completato nell’arco di novecento giorni a partire da oggi.