Riforma urbanistica: “Esame delle domande di sanatoria” - QdS

Riforma urbanistica: “Esame delle domande di sanatoria”

Rosario Battiato

Riforma urbanistica: “Esame delle domande di sanatoria”

giovedì 13 Giugno 2019

Oggi in Giunta il ddl che delinea il nuovo Piano del territorio, l’ultima norma risale al 1978. In Sicilia almeno 90 mila pratiche ancora da vagliare. Il presidente della Regione Musumeci: “Ci sono abusi intollerabili e altri accettabili”

PALERMO – Previsto per oggi l’approdo in Giunta di un disegno di legge che dovrebbe delineare un nuovo piano urbanistico per la Regione, riformando di fatto l’ultima norma di riferimento che risale al 1978, cioè a circa quarant’anni fa. Non ci saranno condoni o sanatorie di nessun genere, assicurano dal governo regionale, ma si rimetterà il Comune al centro delle scelte di pianificazione urbanistica. E non è detto che sia necessariamente un bene, considerando la scarsa programmazione e la lentezza degli enti locali isolani.

IL DDL E IL SUO PERCORSO
Il disegno di legge è composto da 53 articoli e approderà oggi in Giunta. Dopo l’approvazione sarà trasmesso all’Ars dove verrà discusso. “La stagione delle riforme oggi raggiunge una nuova tappa assai significativa – ha spiegato in conferenza stampa il governatore Nello Musumeci –. Il piano urbanistico regionale, o piano di governo del territorio, sarà capace di dare una linea di sviluppo coinvolgendo non solo le aree urbane ma anche i territori rurali, la mobilità, la vocazione turistica, l’energia e tutto quello che serve a determinare una sana e corretta programmazione del territorio”.

LA COSTRUZIONE DELLA RIFORMA
Musumeci ha aggiunto che il ddl è stato elaborato dalla struttura interna, circa sei mesi di lavoro, soltanto dopo aver ascoltato il mondo accademico e delle professioni perché “si tratta di uno strumento articolato essendo la materia assai complessa”. Si è lavorato, in particolare, per raggiungere due obiettivi fondamentali: “Immaginare lo sviluppo urbanistico senza ulteriore consumo di suolo puntando quindi sulla riqualificazione dell’esistente e sulla semplificazione delle procedure”. Insieme ad una riduzione notevole dei tempi di approvazione, che passeranno dagli attuali 540 giorni ai 180 previsti dal testo di riforma, composto da 53 articoli.

NO CONDONO
Necessaria la precisazione: “Non c’è ombra di condono e di sanatoria: ma siamo convinti che le centinaia di migliaia delle domande di sanatoria edilizia giacenti negli uffici tecnici dell’isola debbano almeno essere esaminate, perché fra quelle istanze ci sono abusivismi assolutamente intollerabili ma ci sono anche abusivismi che possono essere accettati: se una finestra è stata aperta con 10 centimetri in più o se il sotto tetto è diventato mansarda per il quarto figlio non previsto”.

PRATICHE INEVASE
Il lavoro da compiere ci sarebbe. Gli ultimi dati sulle pratiche di sanatoria relativi ai primi tre condoni (47/85, 724/95, 326/03) e ancora da evadere sono stati prodotti da un rapporto del Rapporto del Centro studi Sogeea. Considerando l’aggiornamento al 2016, il lavoro aveva certificato la presenza di circa 90 mila pratiche chiuse negli uffici di Palermo, Messina e Catania. Il comune capoluogo, in particolare, con 55 mila pratiche sarebbe al secondo posto nazionale, battuto soltanto da Roma (213 mila). Le pratiche nascondono certamente abusi insanabili, come riferito dal governatore, ma anche potenziali somme da riscuotere: una stima dello studio Sogeea fa riferimento a circa 327 milioni di euro (Palermo 210, Catania 76, Messina 41), considerando oneri concessori, oblazione, diritti di istruttoria e diritti di segreteria. Non tutto andrebbe ai Comuni (le oblazioni, ad esempio, sarebbero da distribuire tra Comune, Regione e Stato) ma si tratterebbe comunque di un bel gruzzolo.

IL RUOLO DEI COMUNI
Definito anche il quadro di responsabilità che riguarderà da vicino i Comuni che avranno “quasi la totale responsabilità delle scelte in termini di pianificazione urbanistica” in quanto l’ente locale non è più solo “proponente ma diventa anche soggetto autorizzatore, naturalmente sotto il controllo della Regione e obbedendo alle linee guida indicate dal piano territoriale regionale e dagli strumenti di pianificazione di area vasta”.

I RITARDI NEI PRG
Affidarsi ai Comuni potrebbe non essere considerata la scelta migliore. Secondo l’edizione 2018 del Rapporto Ispra-Snpa “Qualità dell’Ambiente Urbano”, i ritardi nella programmazione urbanistica sono particolarmente diffusi: a Catania l’ultimo piano regolatore generale risale addirittura al 1968, ma anche gli altri non possono dirsi particolarmente aggiornati. A Trapani c’è un Prg del 2010, a Palermo c’è una variante generale al Prg approvata nel 2004, così pure a Messina, nel 2002 e nel 2003. Più recenti sono a Caltanissetta, con una variante del 2005, e poi Ragusa, che ha un Prg approvato con determina dirigenziale del 2006, e Siracusa che si spinge fino al 2007. Soltanto il comune di Enna si colloca in tempi recenti, con un Prg approvato con delibera del Commissario ad Acta n.108 del 2017.

RISCHIO NATURALE
Non si è sottovalutato nemmeno l’aspetto legato al rischio naturale, con particolare attenzione riservata a quello sismico e idrogeologico. “Altro aspetto importante, sullo sfondo di questo articolato ddl, è l’attenzione che abbiamo voluto dare alle iniziative legate alla tutela dal rischio sismico e dal rischio idrogeologico”.

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Un commento

  1. Giovanni ha detto:

    Ma il testo dei 53 articoli è top-secret?

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