Il presidente della Regione è intervenuto all’Ars sulla crisi di governo. Opposizioni all’attacco: “Si è cacciato da solo nel baratro, si dimetta”
PALERMO – Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, è intervenuto ieri pomeriggio in Aula a Palazzo dei Normanni per relazionare in merito alla richiesta di chiarimenti sulla crisi di governo avanzata dalle opposizioni prima della elezione del Capo dello Stato: “Il voto anomalo espresso in quest’aula (quello per i tre elettori del Capo dello Stato, ndr) – ha esordito Musumeci – è frutto di autonoma iniziativa o esprime un disagio verso un governo che non appare più rappresentativo della maggioranza? O esprime un segnale di insofferenza verso chi presiede questo governo? Ci sono le condizioni per continuare? E da questi interrogativi che è partita la verifica di governo con i partiti offrendo loro la possibilità anche di azzerare la giunta, di modificarla o di tirarsi fuori”.
Il governatore ha riferito che a seguito della verifica di governo ha portato il risultato che nessun partito ha chiesto di sostituire la propria rappresentanza in giunta e tutti hanno dichiarato di voler continuare a sostenere il governo fino all’ultimo giorno: “Significa che il voto (quello per i tre elettori del Capo dello Stato, ndr) non è stato frutto di scelte politiche dei partiti – ha aggiunto Musumeci – Quest’Aula è stata teatro nel tempo di sgambetti e congiure ordite contro gli uomini di governo. Tutti metodi non edificanti ma quasi fisiologici nel rapporto tra governo e parlamento. Quel pomeriggio però (il giorno dell’elezione dei tre elettori per il Quirinale) – ha ricordato il presidente – l’Aula era chiamata non a un voto programmatico ma a un voto istituzionale e quel voto ha costituito un’offesa non alla mia modesta persona ma all’istituzione che rappresento per il popolo siciliano. Comprensibile quindi la mia amarezza e la mia ferma condanna, che ribadisco anche ora, verso gli autori che hanno agito con rancore e spirito di vendetta, forse a seguito di qualche mio no a qualche richiesta di natura politica ma dal mio punto di vista non ricevibile. Nessun governo regionale ha garantito stabilità come questo, non solo in termini di ininterrotta attività di governo, senza mai un giorno di crisi, ma anche in termini assessoriali e dirigenziali. Raro vedere assessori che rimangono al loro posto per tutta la legislatura”.
In merito alla ricandidatura del presidente della Regione Musumeci ha ribadito che è necessario “fare chiarezza e che il tema non riguarda questa Assemblea, ma i partiti del centrodestra e sarà affrontato nei tempi e nei luoghi opportuni”.
Nella relazione il governatore ha parlato di quanto si potrà approvare in quest’ultimo scorcio di legislatura. “In cuor nostro – ha detto – speriamo di trovare il tempo anche per affrontare importanti leggi di riforma, come i rifiuti, i forestali e i consorzi di bonifica, ed ancora la legge di stabilità e il bilancio 2022, il Pnrr e la nuova programmazione dei fondi Ue 2021-27”.
Alla relazione di Musumeci sono seguiti i commenti dei capigruppo. Danilo Lo Giudice del gruppo Misto e Nuccio di Paola del M5S, hanno chiesto le dimissioni del presidente. “La verità – ha detto Lo Giudice – è che lei ha fatto tutto da solo e da solo si è cacciato nel baratro. Si dimetta, e torniamo al voto”. Per il caporugpo del Pd ed Anthony Barbagallo la maggioranza non c’è più e quello di buono che c’è stato è arrivato dal lavoro del Parlamento.
“Lei presidente – ha detto Giuseppe Lupo intervenendo dopo le dichiarazioni di Musumeci – non è più in sintonia neanche con una sparuta minoranza di siciliani e questa mancanza di sintonia è dimostrata dal fatto che lei non ha votato neppure il presidente Mattarella”.
Per la Lega L’unità della coalizione è un valore e chiede di discutere di vicende elettorali nei luoghi e nei tempi opportuni. Per Elvira Amata di Fratelli d’Italia: “Traspare uno scollamento tra maggioranza e governo: inutile nasconderlo”.