Il salto nel buio di Ismaele La Vardera, che alla sterzata verso la destra di governo regionale di Cateno De Luca ha preferito andare avanti da solo lasciando Sud chiama Nord, sembra aver dato ragione all’ex iena che ieri pomeriggio ha riempito i locali di San Lorenzo Mercato a Palermo. “Persone che hanno deciso di rimanere in questa terra e di spendere il loro talento qui, non andandosene via”, dice La Vardera dei presenti aggiungendo che “sono degli eroi, perché oggi chi fa questo è un eroe dei nostri tempi”. In altre parole, per Ismaele La Vardera: “Sono pazzi, sono folli sognatori come me”. Una follia razionalissima però, perché il rivelato “Contro Corrente”, il movimento politico appena fondato dal deputato Ars del gruppo misto, ha una collocazione ben chiara ed anche un’area elettorale ben definita. Lo dimostra proprio la partecipazione alla presentazione del movimento e della sua squadra pioniera.
Un trait d’union ben marcato
In Sicilia resiste un consistente bacino elettorale di vittime di mafia e di liberi cittadini che a questa intendono resistere, sia essa l’organizzazione mafiosa Cosa nostra o l’invisibile pressione del potere in colletto bianco esercitato contro gli interessi della collettività. Su questo spazio politico di elettori che non trovano referenti nel panorama politico si fonda lo zoccolo duro di Contro Corrente. Il filo che lega le persone che hanno partecipato e che parteciperanno al movimento politico di Ismaele La Vardera è quindi l’antimafia dei fatti a discapito di quella delle vuote parole. Non a caso, tra i presenti al San Lorenzo Mercato, a dare una sorta di approvazione e sostegno morale, c’erano anche Antonio Ingroia e Pino Maniaci. Due nomi che nella galassia della lotta alla mafia non hanno certo bisogno di presentazione, e che in questo momento caratterizzato da retate degne dei tempi del primo maxi processo tornano alla memoria collettiva per meriti sul campo.
Contro Corrente e contro la mafia
Nel logo del movimento, sotto il nome, campeggia anche un’altra incisiva locuzione: “Liberi di restare”. In sala infatti non mancavano le bandiere della Trinacria, né i siciliani che hanno deciso, andando appunto contro corrente, di restare in Sicilia e di investire in questa terra anche a costo di scontrarsi con il lato oscuro della Sicilia. Sul piccolo palco dell’evento si sono così presentati alla platea nomi come quello di Alessio Cordaro, figlio di quella Lia Pipitone la cui sentenza di morte venne emessa in famiglia perché al padre boss di mafia si era ribellata, ed il Giuseppe Piraino che come Libero Grassi non esitò a denunciare i mafiosi invece di cedere alle loro pretese. Ma la linea rossa della lotta alla mafia non è l’unico trait d’union dei contro corrente di La Vardera. Con lui anche il professor Pietro Busetta, docente di economia dell’Unipa e membro dello Svimez con in passato anche una esperienza da assessore comunale a Lampedusa, ed altri tra imprenditori, innovatori e campioni dello sport o della ricerca che intendono difendere il diritto di emanciparsi ed evolvere della Sicilia.
I deputati regionali presenti al battesimo di Contro Corrente
In sala anche vari colleghi di La Vardera che siedono tra i banchi dell’opposizione all’Ars e che osservano con attenzione la nascita di un movimento utile alle prossime elezioni regionali nel 2027. Per il Partito democratico era visibile il deputato regionale Mario Giambona. Del Movimento 5 Stelle, oltre il quale Contro Corrente si candida a posizionarsi quale forma di opposizione radicale, Angelo Cambiano, Roberta Schillaci – che con La Vardera ha condiviso la Commissione antimafia fino al ritiro da vicepresidente del novello leader di partito – ed il coordinatore regionale Nuccio Di Paola che della nascita di Contro Corrente ha detto: “A La Vardera e al suo neonato movimento faccio i migliori auguri. La nascita di forze alternative a Schifani, Cuffaro e alle destre non può che farci piacere e, soprattutto, non può che fare bene alla Sicilia, sempre più martoriata per causa di chi ci governa e di chi ci ha governato in passato”.
Gli auguri di Nuccio Di Paola (M5S) e Cateno De Luca (ScN)
“Con Ismaele – ha aggiunto il vicepresidente vicario dell’Ars – condividiamo molte battaglie, dalla viabilità all’acqua, dalla sanità alla lotta agli sprechi”. Battaglie chiare tra i “fari” che definiscono i punti di aggregazione di Contro Corrente che non conterà di circoli di partito ma di spazi virtuali in cui, come per il Movimento 5 stelle dei lontani tempi dei Meet Up, gli iscritti potranno confrontarsi e proporre iniziative politiche. Ismaele La Vardera punta così a riempire – immediatamente – un vuoto che Cateno De Luca lascia dopo la decisione di avvicinarsi al governo di Renato Schifani invece di opporvisi radicalmente come da iniziali promesse. E su questo La Vardera ha detto ai presenti di ieri: “Non saremo mai un movimento che dice mai con quello o con quell’altro e poi ci farà accordi”. Al di l’à delle stilettate dell’ottimo oratore, lo stesso La Vardera non ha fatto segreto del messaggio di auguri che Cateno De Luca gli ha inviato in vista della presentazione di Contro Corrente.
L’opposizione in riarmo
Le elezioni regionali sembrano lontane, ma è solo l’illusione di chi la politica la osserva da fuori e non ne percepisce tappe e dinamiche. Il 27 aprile si terranno le elezioni di secondo livelli per i presidenti delle ex province, e tutti i partiti politici attivi in Sicilia cercheranno di “colonizzare” quelle posizioni. Nel frattempo non si escludono passaggi di deputati regionali da un gruppo Ars all’altro e rimodulazioni per l’assetto elettorale che entrerà sempre più nel vivo. Contro Corrente potrebbe raccogliere consenso a sinistra e dove Sud chiama Nord lascia elettori da opposizione a oltranza. Il Movimento 5 stelle sta riorganizzando il partito del dopo Grillo anche in Sicilia, e sul territorio lavora già con le “assemblee tematiche provinciali”.
Il Partito Democratico ed il centro fluttuante
Il Partito Democratico tenta il risanamento dei consensi in Sicilia, secondo le direttive della segreteria nazionale, tra divergenze interne che potrebbero rendere i dem più forti oppure meno incisivi. Ma al centro si consuma il vero travaglio, con Noi Moderati che potrebbe costituire un gruppo all’Ars già nel corso della attuale legislatura e Forza Italia che sembra ricostruire un consenso berlusconiano a discapito dei più estremi Fratelli d’Italia e Lega anche grazie alle convergenze di Noi Moderati, Sud chiama Nord, Dc, Mpa. La Sicilia quindi si candida per essere ancora una volta il laboratorio politico d’Italia. Proprio per questo suo ruolo, non è possibile escludere che le elezioni del 2027 siciliane potrebbero anticipare di qualche mese quella nazionali.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI
