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Naspi, l’Inps può richiederne la restituazione: ecco quando e come

Naspi, l’Inps può richiederne la restituazione: ecco quando e come
Inps, assegno di inclusione

Chi percepisce la Naspi nonostante la decadenza o l’ha percepita per intero nonostante la riduzione deve rimborsare l’Istituto.

L’indennità di disoccupazione conosciuta come Naspi è uno strumento fondamentale per garantire continuità e stabilità economica ai cittadini che si trovano in stato di disoccupazione involontaria. Chi si trova senza lavoro non per propria decisione ha diritto al sostegno dell’Inps, che però può richiedere la restituzione delle somme quando erogate ingiustamente.

Quando l’Inps può ritirare la Naspi

L’Inps può chiedere la restituzione della Naspi ogni volta in cui ritiene di aver corrisposto erroneamente l’indennità di disoccupazione. Ciò accade, per esempio, se l’Istituto ha commesso degli errori di calcolo e ha inviato somme maggiori rispetto a quelle effettivamente spettanti al cittadino, ma anche se quest’ultimo non avrebbe dovuto percepire affatto gli importi. In assenza dei requisiti previsti dalla legge il disoccupato non dovrebbe infatti ricevere l’indennità, ma può accadere che venga corrisposta a causa di una valutazione scorretta. Il cittadino che ha percepito la Naspi nonostante la decadenza o che l’ha percepita per intero nonostante la riduzione deve parimenti rimborsare l’Istituto. Naturalmente, la restituzione è dovuta anche quando il contribuente ha volontariamente e consapevolmente ingannato l’Inps per percepire indebitamente la Naspi, condotta che però apre a profili decisamente più gravi (si pensi al caso di chi lavora in nero e nel frattempo risulta disoccupato).

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