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Natale, “Dio è gratis” ricorda Francesco durante la messa notturna nella Basilica di San Pietro

Natale, “Dio è gratis” ricorda Francesco durante la messa notturna nella Basilica di San Pietro

Mentre gli italiani consumavano il cenone per il quale sono stati spesi quasi tre miliardi di euro, il Papa amato per la sua semplicità e per il suo coraggio ha commosso il mondo baciando il bambinello e parlando di quel “folle” amore divino “che trasforma la vita, rinnova la storia, libera dal male, infonde pace e gioia”. La leggenda natalizia, “Diventare dono è dare senso alla vita ed è il modo migliore per cambiare il mondo”. GUARDA IL FILMATO DELLA MESSA

“Alla nascita di Gesù, i pastori accorrevano alla grotta con vari doni. Ma c’era un pastore che non aveva nulla. Era poverissimo, non aveva niente da offrire. E allora Maria, che doveva reggere il Bambino, vedendo quel pastore con le mani vuote, gli chiese di avvicinarsi. E gli mise tra le mani Gesù. Quel pastore, accogliendolo, si rese conto di aver ricevuto quanto non meritava, di avere tra le mani il dono più grande della storia. Guardò le sue mani, quelle mani che gli parevano sempre vuote: erano diventate la culla di Dio. Si sentì amato e, superando la vergogna, cominciò a mostrare agli altri Gesù, perché non poteva tenere per sé il dono dei doni”.

Questa leggenda è stata narrata la notte scorsa proprio mentre gli italiani consumavano il cenone per il quale sono stati spesi quasi tre miliardi di euro.

A narrarla è stato, durante la messa da lui celebrata nella Basilica di San Pietro in Roma, Jorge Mario Bergoglio, l’uomo che ha scelto, diventando pontefice, il nome del santo che inventò il Presepe: Francesco.

Papa Francesco, o più semplicemente Francesco, ancora una volta ha seguito la strada segnata dal Santo di Assisi, il poverello di Dio, che parlava agli uccellini e che tutti amavano, andando al cuore dei fatti con un linguaggio semplice, comprensibile a tutti.

“Mentre qui in terra – ha detto – tutto pare rispondere alla logica del dare per avere, Dio arriva gratis. Il suo amore non è negoziabile: non abbiamo fatto nulla per meritarlo e non potremo mai ricompensarlo”.

Nella messa della notte di Natale, in una Basilica di San Pietro gremita di fedeli, Francesco ha rievocato il mistero della Natività con le parole dell’Apostolo Paolo: “è apparsa la grazia di Dio”, così chiamata, spiega, “perché è completamente gratuita”.

“È l’amore divino, l’amore che trasforma la vita, rinnova la storia, libera dal male, infonde pace e gioia” ha sottolineato nella sua omelia.

“Stanotte – ha spiegato – ci rendiamo conto che, mentre non eravamo all’altezza, Egli si è fatto per noi piccolezza; mentre andavamo per i fatti nostri, Egli è venuto tra noi”.

“Natale – ha aggiunto, marcando ancora una volta la differenza dalla Chiesa conservatrice del passato, legata alla ritualità e all’immagine di una Divinità inflessibile e punitiva – ci ricorda che Dio continua ad amare ogni uomo, anche il peggiore. Dio non ti ama perché pensi giusto e ti comporti bene; ti ama e basta. Il suo amore è incondizionato, non dipende da te. Puoi avere idee sbagliate, puoi averne combinate di tutti i colori, ma il Signore non rinuncia a volerti bene”.

“Quante volte – ha sottolineato – pensiamo che Dio è buono se noi siamo buoni e che ci castiga se siamo cattivi. Non è così. Nei nostri peccati continua ad amarci. Il suo amore non cambia, non è permaloso; è fedele, è paziente. Ecco il dono che troviamo a Natale: scopriamo con stupore che il Signore è tutta la gratuità possibile, tutta la tenerezza possibile”.

Per questo Francesco ha esortato i fedeli a non aspettare “che il prossimo diventi bravo per fargli del bene, che la Chiesa sia perfetta per amarla, che gli altri ci considerino per servirli: cominciamo noi”.

“Posiamo lo sguardo sul Bambino e lasciamoci avvolgere dalla sua tenerezza – ha poi detto Francesco – e non avremo più scuse per non lasciarci amare da Lui: quello che nella vita va storto, quello che nella Chiesa non funziona, quello che nel mondo non va non sarà più una giustificazione. Passerà in secondo piano, perché di fronte all’amore folle di Gesù, a un amore tutto mitezza e vicinanza, non ci sono scuse”.

E “che cosa fare di fronte a questa grazia? Una cosa sola: accogliere il dono”, afferma il Pontefice.

E “il dono che è Gesù” si accoglie “per poi diventare dono come Gesù”.

“Diventare dono è dare senso alla vita – conclude -. Ed è il modo migliore per cambiare il mondo: noi cambiamo, la Chiesa cambia, la storia cambia quando cominciamo non a voler cambiare gli altri, ma noi stessi, facendo della nostra vita un dono”.

Oggi, giorno di Natale, a mezzogiorno, l’appuntamento, dalla loggia centrale della Basilica, con il tradizionale messaggio natalizio ai fedeli presenti in piazza San Pietro seguita dalla benedizione apostolica Urbi et Orbi, locuzione latina che significa “Alla città (di Roma) e al mondo”.