Non in tutti i Paesi del Pianeta questa festa viene celebrata allo stesso modo: ecco come cambia in base alle latitudini
Buon Natale, Merry Christmas, Joyeux Nöel e Bom Natal. In tutte le lingue del mondo è possibile esprimere un augurio per il 25 dicembre, giorno di Natale, ma non in tutti i Paesi del pianeta questa meravigliosa festività viene celebrata allo stesso modo.
Alle nostre latitudini siamo soliti immaginare il Natale tra luci, alberi di abete addobbati, presepi e scenari “fiabeschi” contraddistinti dalla neve e dal calore trasmesso da un camino acceso. Ma le tradizioni cambiano di regione in regione e – se vogliamo guardare a livello macroscopico – di continente in continente.
Partiamo dalla Germania, per esempio. In questo Paese europeo, così vicino all’Italia, il 6 dicembre si festeggia Nikolaustag (“il giorno di San Nicola”), l’equivalente della festività della Befana. Durante quel giorno, i bambini sono soliti appendere calze o esporre scarpe durante la notte, in attesa che queste si riempino di dolciumi e altri doni. La tradizione vuole che “Nikolaus” sia assistito da Knecht Ruprecht, un servitore o apprendista per dargli una mano nel corso della lunga notte. Inoltre, sempre in Germania non si addobba il consueto albero in occasione della “nostra” Immacolata dell’8 dicembre, bensì proprio la vigilia di Natale.
Una particolare tradizione è quella che si ripete ogni anno in Galles. Qui la protagonista delle feste di Natale è l’inquietante Mari Lwyd, una maschera che raffigura il teschio di un cavallo fissato su un palo. La testa viene poi adornata con fiori, nastri colorati e un lenzuolo bianco. L’origine di questa consuetudine viene fatta risalire al periodo celtico.
In Ungheria, il 25 dicembre si celebra la festa Santa Klaus, in ungherese “Mikulás”. La sera del 24 dicembre il tradizionale albero natalizio viene addobbato con delle particolari caramelle rivestite di carta colorata (szaloncukor). Il suono di un piccolo campanello indica poi che Gesù è venuto sulla Terra che, quindi, è possiblie festeggiare.
Dall’altra parte del mondo, in Giappone, il Natale coincide con una festa dedicata agli innamorati. Il 24 dicembre, infatti, le coppie sono soliti scambiarsi dei regali. Inoltre, ormai da diversi decenni, i giapponesi adorano andare a cena fuori per andare a mangiare pollo fritto. Si tratta di una tradizione che ha preso piede grazie all’influenza di una famosa catena di fast food e, in particolare, a una martellante campagna di marketing che, al tempo, venne ritenuta particolarmente convincente. Da allora, quindi, in Giappone a Natale è divenuto un “must” consumare pollo fritto.
E in Brasile? Nel continente sudamericano ovviamente il Natale cade durante il periodo estivo, pertanto ogni tradizione importata dagli europei viene adattata in base al clima del luogo. Possiamo quindi dimenticare i maglioni natalizi e i tradizionali costumi di Babbo Natale. All’ombra del Cristo Redentore, infatti, è tradizione festeggiare il Natale in spiaggia con costumi e, al massimo, un cappellino rosso in testa. Qui il personaggio per eccellenza è Papai Noel.
In Australia, invece, è di moda celebrare il “Kris Kringle” o “Secret Santa”, uno scambio di regali che si concretizza tra amici o colleghi di lavoro. Secondo la tradizione, viene concordato insieme un prezzo e, successivamente, ogni singolo componente di quel gruppo si premura di acquistare un regalo per qualcun altro.