Natale Tubiolo: “Burocrazia elefantiaca, per autorizzare un impianto servono anche cinque anni” - QdS

Natale Tubiolo: “Burocrazia elefantiaca, per autorizzare un impianto servono anche cinque anni”

Natale Tubiolo: “Burocrazia elefantiaca, per autorizzare un impianto servono anche cinque anni”

Roberto Greco  |
giovedì 28 Settembre 2023

Intervista a Natale Tubiolo, presidente della Srr Palermo Area metropolitana. “Finanziati due impianti per i tessili, ma ad oggi non c’è ancora l’ok per i lavori”

Interviene al QdS Natale Tubiolo, presidente della Srr “Palermo Area Metropolitana”, la più grande Srr della Sicilia, al servizio della Città di Palermo e di altri 19 comuni e con un bacino d’utenza pari a circa 1.000.000 di abitanti. In quanto presidente della Srr Palermo è il coordinatore regionale delle diverse Srr siciliane.

Presidente, vorrei capire qual è la situazione complessiva della raccolta dei rifiuti nell’isola?
“In generale molti dei comuni siciliani possono essere definiti virtuosi, e lo dimostra il fatto che proprio molti di essi hanno avuto il riconoscimento come ‘comuni ricicloni’ con percentuali di raccolta differenziata che si attesta tra il 75 e l’80%. Purtroppo le due città metropolitane, Palermo e Catania, fanno abbassare drasticamente la media. Si tratta di due città che, solo loro, pesano per il 50%, pensi che solo Palermo ha un conferimento di circa 1.000 tonnellate al giorno”.

Quanto spazio rimane nelle discariche siciliane?
“In realtà la disponibilità nelle discariche è oramai esaurita. Nel caso di Palermo, la discarica di Bellolampo è utilizzata, grazie a un’ordinanza del sindaco, con molte criticità. La famosa settima vasca, che la Regione deve costruire da diversi anni, sarà forse pronta per la fine di quest’anno. In realtà, proprio per i numeri del conferimento, anche la settima vasca avrà poca vita, non più di due anni. Ci sono, peraltro, grossi problemi nella Sicilia orientale perché, a seguito della chiusura imposta dal Tar di Oikos, la discarica di Motta, la situazione è al limite a Catania, che aveva il massimo conferimento proprio in tale discarica. Manca, inoltre, l’impiantistica necessaria per far decollare definitivamente la raccolta differenziata soprattutto per quello che riguarda l’organico, parte molto importante di questa metodologia di raccolta. La mancanza di spazio ha costretto all’invio all’estero di parte di rifiuti, ma su questo fronte non ha dati a mia disposizione”.

Quindi, se Palermo facesse realmente la raccolta differenziata, dove andrebbe a finire l’umido?
“Non si sa. Nel tempo la burocrazia siciliana è diventata elefantiaca. Un impianto, per essere autorizzato, ha un iter che può durare anche cinque anni. È chiaro che questo dato non gioca a nostro favore. Le faccio un esempio che riguarda Palermo e Messina. Sono stati finanziati, tramite il Pnrr due impianti per il conferimento dei ‘tessili’, pannolini e rifiuti ospedalieri per intenderci. Purtroppo a oggi non ci è ancora stata data l’autorizzazione per dare l’avvio all’esecuzione dei lavori che speriamo possa arrivare entro la fine dell’anno. Le Srr hanno capacità progettuale, di bandire le gare ma per mettere a regime quanto necessario passano due o tre anni. Lo stesso ragionamento vale per gli investimenti dei privati che sono bloccati proprio dalla burocrazia”.

Palermo, nello specifico, che problemi ha?
“La scelta della raccolta porta a porta ha dimostrato i suoi limiti perché prevede un grande numero di dipendenti e mezzi adeguati ai vicoli, che sono sicuramente diversi da quelli utilizzabili nelle strade di dimensione regolare. In questo momento, grazie alle decisioni dell’amministrazione comunale, si è previsto di dividere, in maniera macroscopica i rifiuti. Da un lato l’umido e dall’altro quello del secco. Questo permette di realizzare una raccolta con minor personale e più efficiente. Nei cinque anni precedenti non c’è stato un atto dell’amministrazione regionale emesso per rendere più efficiente il sistema, e lo dimostra il fatto che, dopo la bocciatura del precedente, ancora oggi non abbiamo un piano rifiuti e l’unica legge di riforma era quella sulla governance, non sui rifiuti”.

Il presidente Schifani, nei primi giorni di settembre, ha ottenuto dal ministro competente la promessa dei poteri speciali…
“Vero, ma non è ancora stata fatta la legge di conferimento, di questi poteri speciali e, ancora una volta, siamo vittime della burocrazia”.

Stiamo consegnando tonnellate di rifiuti a un termovalorizzatore olandese. Quanto ci costa questa operazione?
“Se il costo base è di circa 240 euro a tonnellata, pur non avendo dati certi, posso pensare che si possa parlare di 400-450 euro a tonnellata”.

Siamo in una situazione critica? Rischiamo di entrare ancora una volta nella spirale dell’emergenza?
“È necessario da un lato intensificare il sistema di raccolta ma sono necessarie nuove norme per accelerare i vari iter autorizzativi”.

In chiusura, la vostra capacità di programmazione e intervento ha il necessario supporto legislativo?
“I piani d’ambito sono stati realizzati da tutte le Srr siciliane. La capacità di programmare l’impiantistica e realizzarla è un nostro patrimonio. Ribadisco, è più che mai necessario uno snellimento burocratico senza il quale tutta la situazione riguardante i rifiuti rischia di diventare una storia ‘infinita’”.

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