In conferenza stampa, la Procura di Termini Imerese fa il punto sulle indagini - ancora a carico di ignoti - successive al naufragio avvenuto al largo di Palermo lo scorso lunedì.
Emergono nuovi dettagli sul tragico naufragio del Bayesian al largo di Porticello (Palermo): a parlarne è la Procura di Termini Imerese, per mezzo del procuratore capo Ambrogio Cartosio, nel corso di una conferenza stampa per fare il punto sulle indagini.
Nelle prossime ore si attendono i primi avvisi di garanzia e maggiori informazioni sulle date in cui verranno eseguite le autopsie sui corpi delle vittime (che, ricordiamo, sono: il magnate Mike Lynch e la figlia Hannah, il suo avvocato Chris Morvillo assieme alla moglie Nada, il presidente di Morgan Stanley International Jonathan Bloomer e la moglie Judith, e il cuoco di bordo Recaldo Thomas).
Dettagli del naufragio di Palermo, conferenza stampa della Procura
“La Procura di Termini Imerese ha iscritto un fascicolo, allo stato nei confronti di ignoti, ipotizzando il reato di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo ma siamo solo in una fase iniziale. Non escludiamo che ci siano sviluppi che potrebbero essere di qualunque tipo”. Queste le prime parole del procuratore di Termini Imerese sull’episodio avvenuto lo scorso lunedì a Porticello, descritto come una “tragedia gravissima“.
Si sarebbe trattato di un “affondamento repentino e improvviso“. Il pm Raffaele Cammarano conferma che “l’attività di indagine si fonderà prima sul recupero e poi sugli accertamenti sul relitto e ci permetterà di fornire delle risposte a quesiti al momento non conosciuti”, dai motivi dell’affondamento improvviso e rapido al perché il comandante non abbia salvato prima i passeggeri.
Pare che la società che gestisce il Bayesian abbia intenzione di recuperare il relitto. “In collegamento con la Procura hanno manifestato la volontà di recuperare l’imbarcazione, c’è la disponibilità, con i tempi tecnici necessari, a recuperare l’imbarcazione”, ha dichiarato il procuratore in conferenza stampa.
“I tempi per riportare lo yacht a galla non sono certi: tutto dipende dalla volontà di proprietari, armatori e società di gestione. L’autorità marittima si occuperà della gestione dell’operazione con i propri tecnici, ma al momento siamo ancora nella fase preliminare. Imporremo la messa in sicurezza dell’imbarcazione attraverso lo svuotamento dei serbatoi“. A dirlo è il comandante della Guardia costiera di Palermo Raffaele Macauda.
“Il meteo quella notte prevedeva in una zona ampia del Mediterraneo ovest una perturbazione estesa, ma non c’erano avvisi di burrasca – aggiunge Macauda -. Non c’era nemmeno alcun divieto di ancorarsi in quel punto di Porticello. Non c’è alcuna correlazione tra i motori accesi e la presenza di idrocarburi in mare, in più ci risulta che i serbatoi del Bayesian siano perfettamente integri“.
Il focus delle indagini
“Quando e se passeremo il fascicolo dal registro ignoti a quello noti non dipende esclusivamente dal recupero del veliero: ci sono una serie di valutazioni da fare, ma potrebbe essere iscritto qualcuno anche prima del recupero stesso”. Così il procuratore capo di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, in conferenza stampa sull’affondamento del Byesian.
“Le indagini si stanno concentrando sui comportamenti dell’equipaggio, abbiamo già provveduto a sentire i presenti sull’imbarcazione che sono sopravvissuti. L’evento che si è verificato è stato totalmente repentino, il recupero e gli accertamenti sul relitto ci permetteranno di avere maggiori risposte ma per recuperare la scatola nera serviranno prima accertamenti molto pericolosi per i sommozzatori. La prima fase delle indagini si è concentrata esclusivamente sulla ricerca di eventuali superstiti. Fornire qualsiasi informazione sull’esame del relitto – ha aggiunto – rischia di incidere sull’esito delle indagini”.
“I comportamenti dell’equipaggio, così come le condizioni meteorologiche, necessitano di approfondimento. Abbiamo deciso di non procedere con gli alcol test perché in quel momento ci siamo voluti occupare di curare le ferite di queste persone, che erano in stato di shock. Tutti si sono dimostrati estremamente collaborativi a rispondere alle domande”, ha spiegato Cartosio.
“Non c’è obbligo di legge per far rimanere in Sicilia gli eventuali indagati, ma chiediamo massima collaborazione: potrebbe essere necessario risentirli a seguito di ulteriori accertamenti. L’autorità giudiziaria italiana non può trattenere coattivamente queste persone: se necessario ricorreremo agli strumenti previsti dalla legge” prosegue Cartosio. “La determinazione delle responsabilità richiede tempo e approfondimenti, si tratta di capire a chi sono ascrivibili i reati che abbiamo contestato, ovvero naufragio colposo e omicidio colposo plurimo. Stiamo esaminando gli atti e facendo le valutazioni necessarie, se riterremo di fare gli avvisi di garanzia lo faremo prima delle autopsie che non sono ancora state fissate. Al momento abbiamo ancora qualche domanda da fare al capitano, ci aspettiamo attenda l’esito dell’accertamento per andare via dall’Italia”.
Naufragio di Porticello (Palermo), l’ipotesi dell’errore umano
Non ci sono, al momento, persone iscritte nel registro degli indagati. Al vaglio degli inquirenti le immagini e i tracciati del veliero per ricostruire i 16 minuti dell’affondamento del Bayesian. Non si esclude l’ipotesi di un errore umano dietro il naufragio, ma le indagini sono appena iniziate. A tal proposito, la Procura dichiara: “Ci sentiamo vicini alle famiglie delle vittime e ancora più doloroso sarebbe se questo lutto terribile è stata causato da comportamenti non perfettamente in ordine con responsabilità che ciascuno deve avere nella gestione della navigazione”.
Non è chiaro se al momento del naufragio vi fossero portelloni aperti a poppa. A tal proposito, in conferenza stampa, il pm Raffaele Cammarano dichiara: “Si tratta di elementi che non possiamo rivelare per il semplice motivo che si tratta di informazioni che necessitano di essere confermate dal successivo esame del relitto. Fornirle adesso potrebbe essere pregiudizievole ai fini della indagine”.
“Cercavano bolle d’aria”
Nel corso della conferenza stampa della Procura di Termini Imerese sono emersi dettagli terribili sul naufragio al largo di Palermo, in particolare sugli ultimi momenti di vita delle vittime.
Cinque delle sette vittime del naufragio del Bayesian, secondo la ricostruzione fornita dal procuratore capo Ambrogio Cartosio, “si sono rifugiati nelle cabine a sinistra del veliero, alla ricerca di bolle d’aria. I primi 5 corpi sono stati trovati nella prima cabina sul lato sinistro e l’ultimo corpo nella terza cabine sempre sul lato sinistro”.
Il ringraziamento ai soccorritori
Di fronte al tragico naufragio c’è tanto dolore, ma anche coraggio, quello dei soccorritori che per giorni hanno affrontato operazioni molto complesse per riportare in superficie i corpi delle vittime e aiutare i sopravvissuti.
“Il naufragio è stata tragedia gravissima nell’ambito della quale abbiamo avuto la fortuna di avere la collaborazione di alcuni reparti dei vigili del fuoco che hanno avuto un coraggio eccezionale compiendo operazioni per niente facili. Alla struttura va il nostro ringraziamento e il massimo riconoscimento per il valore dimostrato. Così come alla Guardia Costiera e alle altre forze dell’ordine”, commenta il procuratore Cartosio.
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