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Nautico Duilio Messina, preoccupati per non poter garantire distanziamento

Nautico Duilio Messina, preoccupati per non poter garantire distanziamento

La dirigente Maria Schirò, da anni alla ricerca delle aule mancanti, necessarie per garantire il distanziamento. Problema già riscontrato l’anno scorso con il passaggio dal 50% al 75% delle presenze

Si riparte con i problemi di sempre e qualche preoccupazione in più. L’emergenza Covid con le  crisi a più livelli che ha creato, poteva anche innescare nuovi slanci per risolvere situazioni cristallizzate nel tempo dall’indolenza. Invece permane ad esempio la carenza di aule e ci  saranno ancora “classi pollaio”  che in tempi di  Covid e variante Delta dominante, sembra proprio un paradosso.  La professoressa Maria Schirò, dirigente scolastica del Tecnico Nautico Caio Duilio, da anni alla ricerca di quelle  aule mancanti,  è comunque pronta con il personale ed i suoi 900 allievi a ripartire  e quest’anno con un indirizzo nuovo, dedicato alla “Pesca commerciale e produzioni ittiche” finalizzato  a combattere la dispersione scolastica.

Qual è la sua maggiore preoccupazione?

Non poter garantire il distanziamento. Fino a giugno  ho potuto mantenere il 50% della presenza ricorrendo  alla didattica a distanza.  Non ho potuto procedere  al passaggio al 75%  a causa della dimensione delle aule.  Ho fatto presente il problema all’assessore regionale Roberto Lagalla e lui mi ha dato una deroga e cioè  potevamo continuare al 50% ma nel  frattempo  si doveva chiedere agli Enti locali di  recuperare le aule. Problema vecchio, diventato adesso più pressante. Da due anni chiedo  le 11 aule  che servono per potere sdoppiare le classi,  ma non è successo nulla.

La deroga  adesso non mi serve perché c’è l’obbligo  della presenza quindi sarò costretta a mettere in classi piccolissime  che non consentono  il distanziamento  tutta la popolazione scolastica. Ho presentato a Palermo la planimetria di ogni aula ed anche a Messina. Insieme al responsabile Covid  e al Rspp  abbiamo visto che  la quasi totalità delle aule  possono contenere con il distanziamento di un metro 15  alunni e  in 3 possiamo arrivare a 18 studenti. Ma gli organici che ci autorizza il Ministero prevedono che in ogni classe ci siano 27 alunni. Insomma siamo davanti a  disposizioni che non si conciliano, l’uno contraddice l’altro. Da una parte abbiamo la legge sulla sicurezza che già prima del Covid prevedeva un certo spazio per studente,  dall’altra la legge sugli organici che ci impone determinati numeri a prescindere  dalla dimensione dell’aula”.

Il distanziamento non è più un obbligo in classe ma una raccomandazione

Non è più un obbligo  secondo l’ultimo decreto. Le altre indicazioni riguardano la mascherina  che i ragazzi non sempre tengono malgrado il nostro controllo e aprire le finestre per l’aerazione ma con l’inverno che arriva  e senza riscaldamenti sarà difficile pure questo.  Supereremo questa emergenza Covid ma alcune regole per garantire la sicurezza rimangono, si sarebbe potuto cogliere l’occasione perché certe lacune fossero colmate. Non ci sono classi che hanno uno spazio tale da garantire certi standard previsti già dalle norme sulla sicurezza. Se in un aula di 20mq ci sono 25 alunni  più i docenti  come si fa a gestire una situazione di emergenza, il contagio ma anche un incendio o un terremoto.

Ci sono degli impegni presi per modificare la norma sugli organici?

In tutte le interlocuzioni ci hanno assicurato  modifiche ma non è stato fatto nulla.  Capisco che un  problema complesso. Più classi significa più docenti  e più spese anche in prospettiva. Sono gli effetti dei tagli  sulla scuola operati in passato. Quando faccio la proposta di organico in ambito territoriale  mi tengo al di sotto del consentito chiedendo la deroga. Per “angustia locali”  infatti è possibile chiedere la deroga al numero minimo consentito ma questa deroga non viene quasi mai considerata perché di fatto a livello provinciale tutti questi docenti da assegnare non ci sono

Il sindaco Metropolitano Cateno De Luca ha voluto incontrare tutti i dirigenti scolastici per affrontare le varie criticità, ha esposto le sue esigenze?

Si ma non è successo nulla. Abbiamo fatto richiesta e prospettato anche delle ipotesi di soluzione però si arriva al paradosso che ci sono i soldi e non ci sono i locali da potere affittare  che siano idonei per  uso scolastico. Adesso nessuna proposta può andare bene  tranne le classi della scuola Gallo che sono vuote e si trovano sopra di noi ( a fronte di 30 aule  ci sono solo 12 classi, secondo l’ organico pubblicato). Poteva essere questa la soluzione ma non hanno voluto per non urtare la sensibilità di altre persone.

Perché a ridosso dell’avvio dell’anno scolastico ci si trova con problemi che si aveva tutto il tempo di risolvere prima?

Non è che  non abbia provveduto o non abbia comunicato è che c’è questa indolenza, il non volere affrontare la situazione. Mi sono stancata di andare a lamentarmi  e dire sempre le stesse. Quello che dichiarerò è che non posso garantire il distanziamento, se ci saranno dei focolai ognuno si prenderà le proprie responsabilità.

Quanti sono i vaccinati tra il personale e gli alunni?

Tra docenti e amministrativi  siamo  oltre l’85%, non ho fatto un conteggio preciso perché tutti stanno provvedendo a vaccinarsi, chi non fa il vaccino farà il tampone periodicamente  oppure andrà in aspettativa per motivi di salute ma sono pochi casi due o tre. Negli alunni invece non c’è un alta percentuale, arriviamo forse al 5%. Il vaccino non elimina la possibilità di contagio, secondo me la priorità doveva essere data al distanziamento,  abolendone l’obbligo  stiamo incentivando il rischio del contagio.

L’Istituto nautico  ha bisogno di molta attività pratica in presenza, la Dad ha abbassato il livello della formazione?

La didattica a distanza di per sé è uno strumento  molto valido che non dobbiamo accantonare totalmente perché comunque  può essere utilizzato per forme di potenziamento e recupero, ma ha dei limiti, da sola non può funzionare. I docenti si sono adattati anche a questa nuova forma di insegnamento, in questi due anni  abbiamo fatto anche  didattica integrata e non è stato semplice perché sono stati necessari strumenti  particolari ma si è mantenuto quel minimo di contatto e rapporto tra alunni e docenti. Un grosso problema  però è legato allo stato sociale dei ragazzi, alcuni  sono supportati dalle famiglie altri sono lasciati soli,   hanno magari  un solo computer a casa  o  non hanno  le condizioni di tranquillità  e per loro la Dad non funziona. L’attività pratica l’abbiamo assicurata e con il piano estate abbiamo continuato a lavorare con i ragazzi portandoli  in mare.

Pronti comunque per questo nuovo anno?

Abbiamo  lavorato per garantire una ripartenza più o meno normale  Cominciamo il 15 con l’accoglienza delle prime classi. Quest’anno abbiamo anche un nuovo indirizzo  professionale  quello  sulla “pesca commerciale e produzioni ittiche” che nasce   con l’obiettivo di combattere la dispersione scolastica. Si seguiranno molte attività legate al mondo marittimo sarà più pratico che teorico  proprio per coinvolgere maggiormente i ragazzi più a rischio abbandono

                                                                                                              Lina Bruno