“Sono sicuro che dietro al mio avvelenamento ci sia Putin”. Lo ha detto il leader dell’opposizione russa Alexei Navalny in un’intervista allo Spiegel. Navalny è stato trasportato dalla Russia a Berlino ad agosto dopo essere stato avvelenato. È stato curato nell’ospedale Charite e gli esami condotti dalle autorità tedesche hanno mostrato un avvelenamento da agente nervino potenzialmente mortale.
“Non ho un’altra versione di quello che è accaduto. Non senti nessun dolore ma sai che stai morendo”, ha aggiunto Navalny parlando del momento in cui l’agente nervino ha iniziato a fare effetto mentre si trovava in volo dalla Siberia a Mosca.
Navalny ha dichiarato di voler tornare in Russia e di non avere paura: “Voglio restare impavido. Non ho paura”. Nell’intervista Navalny ringrazia la Germania, con cui “non ho mai avuto stretti legami” e dove “non conoscevo un solo politico” per averlo accolto: “La mia voce trema, sono diventato così sdolcinato – dice allo Spiegel nella prima intervista rilasciata dopo essere stato dimesso dall’ospedale berlinese – grazie ai politici tedeschi e Angela Merkel e a tutte le persone mi hanno salvato la vita”. “I medici del Charité mi hanno salvato la vita una seconda volta e, cosa più importante, mi hanno restituito la mia personalità. Ecco perché voglio dire prima di tutto: mi sento immensamente grato a tutti i tedeschi. So che ora suona un po’ patetico, ma la Germania è diventato un paese speciale per me”.
L’oppositore russo dice di stare “molto meglio di tre settimane fa e miglioro ogni giorno”, ma “la cosa più importante per me è che le mie capacità mentali siano tornate”. Navalny, però, ammette che nonostante i progressi fatti, come salire le scale e stare su una gamba sola, non riesce a dormire: “Questo è il mio problema più grande. Ridevo delle persone con problemi di sonno, perché non li avevo mai avuti. Ma poi è arrivato il coma, l’anestesia, i narcotici, quel lungo stato di limbo quando non dormivo né ero sveglio. Da allora non sono più riuscito ad addormentarmi senza sonniferi”.
“Le accuse di Navalny contro Putin – ha risposto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov dopo l’intervista – sono senza fondamento, sono un insulto e sono inaccettabili”.
