Navi fantasma russe al largo di Augusta commerciano: la denuncia - QdS

Navi fantasma russe al largo di Augusta, la denuncia: embargo violato sotto il naso dell’Italia

Navi fantasma russe al largo di Augusta, la denuncia: embargo violato sotto il naso dell’Italia

Redazione  |
martedì 04 Marzo 2025

Già da quasi un anno il largo delle coste della Sicilia sono diventate luoghi ambiti dalle navi della flotta russe per aggirare le sanzioni economiche dell'UE

Già da quasi un anno il largo delle coste della Sicilia sono diventate luoghi ambiti dalle navi della flotta russa, delle imbarcazioni “fantasma” utilizzate da Vladimir Putin per aggirare le sanzioni economiche dell’Unione Europea contro la Russia. Secondo Report (nota trasmissione televisiva in onda su Rai 3) e Greenpeace da gennaio a novembre 2024 sono state registrate attività di 52 petroliere al largo del golfo di Augusta, nel Siracusano.

I trasferimenti in mare aperto: come la Russia di Putin viola le sanzioni economiche

Una porzione di mare a soli poche centinaia di metri dalla Sicilia è hotspot di trasbordi di petrolio e greggio per la Russia passando da una nave all’altra. Queste operazioni vengono fatte totalmente in mare aperto per aggirare le sanzioni economiche imposte contro la Federazione Russa.

Sono stati individuati, come riportano Greenpeace e Report, ben 33 trasferimenti ship to ship su 52 petroliere monitorate nel 2024. 10 di queste hanno coinvolto almeno una nave della flotta russa fantasma.

Cosa dice il diritto dell’Unione Europea

Secondo le norme europee (e di conseguenza il diritto dell’UE), le navi che battono bandiera russa o che siano presenti nel registro navale russo (oltre a quelle che battevano bandiera russa all’indomani dell’invasione dell’Ucraina), non possono accedere ai porti dell’Unione Europea.

Anche le navi che hanno fatto un trasferimento di greggio con una nave fantasma non possono accedere ai porti UE fino al momento in cui non scaricano altro il carico. Vietato alle aziende dei paesi europei sia di fornire assistenza tecnico-finanziaria alle navi fantasma russe e sia di vendere navi cisterna a soggetti in Russia o per la Russia.

Il contributo italiano ed europeo alla macchina da guerra di Putin

L’inchiesta di Report e Greenpeace poi prosegue rivelando che la mancata vigilanza delle autorità italiane ha consentito a Mosca di aggirare l’embargo sul petrolio imposto dall’UE finanziando la macchina bellica di Putin. Infatti, i proventi dalle fonti fossili sono ancora la macchina economica principale per la Russia.

Però, è chiaro che anche la stessa UE non ha voluto puntare su sanzioni ambiziose contro le fonti fossili russe. Inoltre, le stesse sanzioni europee contro la Russia vietano solo ai 27 Paesi membri di importare petrolio russo trasportato via mare. L’embargo non prevede il bando né del gas né del gas naturale liquido.

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