'Ndrangheta, società finisce in amministrazione giudiziaria - QdS

Infiltrazioni della ‘ndrangheta, società attiva in Sicilia finisce in amministrazione giudiziaria

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Infiltrazioni della ‘ndrangheta, società attiva in Sicilia finisce in amministrazione giudiziaria

Redazione  |
giovedì 16 Marzo 2023

Le attività della società sul territorio sarebbero state gestite da imprenditori contigui alla 'ndrangheta.

La Direzione Investigativa Antimafia, articolazione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, e il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, coordinati dalla locale Procura Distrettuale Antimafia, diretta dal Dr. Giovanni Bombardieri, hanno dato esecuzione ad un provvedimento con il quale il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione ha disposto l’applicazione della misura di prevenzione dell’amministrazione giudiziaria – ex art. 34 del codice antimafia – nei confronti di una società per azioni con sede nella città di Catania.

Il noto marchio, operante nel settore della grande distribuzione alimentare, è presente con oltre 100 punti vendita in Calabria e Sicilia, con un fatturato annuo di circa 900 milioni di euro e 2500 dipendenti.

Le indagini di D.I.A e polizia

Il complesso esame degli elementi d’indagine, tra cui le risultanze dell’Operazione Planning, sempre condotta dalla D.I.A. e dal Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Reggio, avrebbe disvelato la sussistenza di uno stabile rapporto di oggettiva agevolazione tra l’esercizio delle attività economiche dell’impresa – in particolare l’espansione commerciale sul territorio – ed esponenti della ‘ndrangheta o collusi con questa.

Difatti, l’edificazione e la ristrutturazione di alcuni punti vendita presenti nella città e nella provincia del
capoluogo reggino sarebbero avvenuti attraverso imprese, formalmente intestate a prestanome, ma, di fatto, gestite da imprenditori contigui alla criminalità mafiosa locale, favorendo anche in maniera indiretta l’arricchimento delle consorterie criminali.

I condizionamenti dell’infiltrazione mafiosa

In tale contesto sarebbe emerso che l’infiltrazione mafiosa avrebbe fortemente condizionato le scelte aziendali dell’impresa committente. Pertanto il Tribunale, allo stato del procedimento e fatte salve le future valutazioni nel merito, avendo rilevato la sussistenza di sufficienti indizi per ritenere che l’attività posta in essere nella gestione dell’impresa, seppur colposamente, abbia agevolato imprenditori che operavano nell’interesse della ‘ndrangheta, ne ha disposto l’amministrazione giudiziaria per il periodo di un anno, al fine di arginarne la contaminazione mafiosa.

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