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Ne hai uova? Ne vuoi uova?

Ne hai uova? Ne vuoi uova?
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La legge di domanda e offerta

Era diffuso nei borghi dei piccoli comuni, soprattutto quelli agricoli, la vendita delle uova, fra gli altri prodotti. Quando vi era una produzione sovrabbondante, l’agricoltore/trice metteva sul banchetto le sue uova oppure andava in giro per le case e chiedeva: “Ne vuoi uova?”. E pur di venderle, abbassava il prezzo.
Al contrario, chi voleva comprarle, andava presso l’agricoltore/trice e gli/le chiedeva: “Ne hai uova?”. E vendendole dietro richiesta, l’agricoltore/trice aumentava il prezzo.
Ecco, in queste due domande vi è la fondamentale legge economica della domanda e dell’offerta: quando la domanda è abbondante, il prezzo di prodotti e servizi aumenta; quando l’offerta è abbondante, il prezzo di prodotti e servizi diminuisce.
Ridotta all’osso la questione sembra anche banale, ma dietro a questa legge si muovono i mercati di tutto il mondo, si sviluppano i fenomeni della ricchezza e della povertà, aumentano o diminuiscono le disuguaglianze, si commettono crimini economici oppure si aiutano i/le più deboli (casi rari).

Era il 1962, avevo 21 anni, quando sostenni l’esame di Economia politica col grande e celebre professore Augusto Graziani, non ancora ordinario, quasi tutta la mezz’ora in cui fui trattenuto davanti a lui passò in un lampo, discutendo appunto di domanda e di offerta e delle conseguenze. Siccome l’argomento si prestava, e si presta, a elaborazioni mentali e a ragionamenti, ecco che al di là delle cognizioni, assunte attraverso il libro di Paolo Sylos Labini, il professore ritenne di darmi un ottimo voto (ventotto).
Da allora la legge della domanda e dell’offerta mi è stata sempre presente in tutte le attività che ho fondato, perché essa è obiettiva e consente di valutare con molta ragionevolezza gli eventi economici mondiali e locali.

Perché sentiamo che il prezzo del petrolio sale? Perché l’offerta diminuisce o perché la domanda aumenta. E perché i titoli in borsa diminuiscono? O come mai vengono venduti e quindi fanno aumentare l’offerta? Oppure, perché non vengono comprati, cioè non c’è domanda?
Esempi semplici come questi se ne potrebbero fare a dozzine, ma se volete giocarci, provate ad applicare la regola delle uova a tutte le vicende che leggete o sentite.

Perché l’Occidente ha chiesto alla Cina di intervenire presso l’Iran affinché non chiuda lo stretto di Hormuz? Perché se così avvenisse l’offerta di energia diminuirebbe, la domanda aumenterebbe e, con essa, il prezzo della stessa energia.
Certo che un Paese come gli Usa, che ha bombardato l’Iran, deve avere un bel coraggio (o una bella faccia tosta) per chiedere alla Cina, che è un competitore, di fare da intermediario con l’Iran, per evitare rappresaglie.
Ma si sa, nella nostra era tutto è possibile e niente più desta meraviglia, per cui bisogna prendere atto della situazione e agire ove e come si può.

Il prezzo dell’energia, comunque, per l’Occidente è molto elevato per la stessa legge della domanda e dell’offerta, nel senso che l’offerta della stessa non è sufficiente a colmare il fabbisogno della domanda.
Ci si potrebbe chiedere: perché non aumenta la produzione di energia rinnovabile all’interno dell’Occidente, in modo da avere meno bisogno di quella termica dei paesi del Medio Oriente, della Russia, della Libia o di altri?

La risposta è intuibile: perché il potere di quelli è tale da impedire che i governi facilitino l’insediamento di impianti solari, eolici, geotermici e altri similari. Il gioco della domanda e dell’offerta.
È strano chiamarlo gioco perché non fa divertire nessuno, però ormai è così definito. Conoscerne il suo elementare meccanismo può servire a tutti/e per capire meglio le ragioni dei comportamenti dei vari governi a livello nazionale e internazionale, e quindi dedurre se i/le governanti fanno gli interessi dei/delle cittadini/e oppure quelli del proprio gruppo. Questa distinzione possono farla solo quelle persone che “pensano con la propria testa e non con quella degli altri”.
Non sembri una litania, ma un’esortazione a usare la propria testa nelle sue funzioni fondamentali: pensare, riflettere, agire.