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Arrivano neve e pioggia, ma a Cesarò il paradosso dell’acqua continua e scatta la protesta

Arrivano neve e pioggia, ma a Cesarò il paradosso dell’acqua continua e scatta la protesta
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Da tempo il sindaco Katia Ceraldi si batte per la costruzione di una condotta per il trasporto dell’acqua al centro abitato dal monte Soro, da cui l’acqua scorre copiosa, disperdendosi.

Le piogge e la neve cadute nei giorni scorsi in Sicilia hanno fatto aumentare il livello dell’invaso della diga Ancipa, con molta acqua arrivata direttamente dai monti Nebrodi. Ciò ha permesso a tanti cittadini dell’Ennese e del Nisseno di tirare un sospiro di sollievo, rispetto alla situazione di tensione che ha contraddistinto i giorni precedenti. Boccata d’ossigeno anche per la Regione Siciliana che è chiamata ad intervenire in maniera capillare per evitare che i disastri patiti quest’anno dalla popolazione dell’isola si ripetano in futuro. I lavori per migliorare l’efficienza degli invasi, per l’uso dei dissalatori e per migliorare le condutture idriche regionali continueranno, sperando che vengano seguiti da ulteriori interventi strutturali che si pongano come finalità quella di affrontare in modo serio le conseguenze dei cambiamenti climatici.

Cesarò, un caso paradossale

Un caso paradossale è rappresentato dal territorio di Cesarò, ma anche dai comuni limitrofi. Il Comune sorge proprio sui Nebrodi, al confine tra la provincia di Messina e quella di Catania. Da tempo il sindaco Katia Ceraldi si batte per la costruzione di una condotta per il trasporto dell’acqua al centro abitato da un monte vicino, da cui l’acqua scorre copiosa, disperdendosi. Un progetto tra l’altro già approvato e ammesso a finanziamento un paio di anni fa per una somma di 2,5 milioni di euro, i cui lavori però non sono mai partiti.

Il paradosso è che invece i cesaresi, in particolare durante l’estate, hanno ricevuto l’acqua soltanto una volta a settimana. L’acqua utilizzata dalla popolazione arriva, tramite pozzi per risalita (che costano parecchio alle casse comunali in materia di energia elettrica per l’uso delle pompe), da Maniace (un altro comune che ha patito la siccità estiva).

L’attesa e la rabbia per il tempo sprecato

Dopo aver letto le ultime notizie circa l’utilità dell’acqua in arrivo dai Nebrodi per il riempimento degli invasi, il primo cittadino di Cesarò, Katia Ceraldi, ha parlato nuovamente della questione, annunciando di essere ancora in attesa del responso sul progetto che potrebbe risolvere ogni problema di approvvigionamento idrico nella sua zona.

“Dunque, il sindaco di Cesarò e i suoi cittadini hanno ragione – scrive sui social Katia Ceraldi -. Sui Nebrodi, nel nostro territorio, l’acqua c’è e si perde; mentre siamo costretti a erogare acqua ogni sei giorni. L’Ancipa si riempie grazie alle abbonamenti nevicate a Cutò e Ambolà. Siamo contenti per i cittadini e amici dell’Ennese”.

Poi il sindaco chiede che alla Regione Siciliana ci si attivi velocemente per fornire risposte adeguate alla comunità che rappresenta. “Restiamo in attesa del decreto di finanziamento per caduta del nostro acquedotto – scrive – e poi, eventualmente, anche io m’incateno. A questo punto! I miei cittadini hanno diritto ad avere acqua, la nostra acqua, tutti giorni. Il contegno civile e collaborativo è d’ obbligo e imposto dalla deontologia a un sindaco che, oltre alla fascia, indossa la toga, ma onestamente siamo esausti!”

Una situazione paradossale, ingarbugliata nella complicata morsa della burocrazia che dovrà sbloccarsi fornendo risposte e – si spera – fatti concreti. E forse i prossimi giorni saranno quelli giusti per una svolta.