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Necessario conoscere la grammatica di vita

Necessario conoscere la grammatica di vita
cervello

Leggere ad alta voce e organizzare le informazioni aiuta memoria e conoscenza, riducendo paure e credenze irrazionali

Per apprendere con efficacia qualunque informazione ci pervenga, chi si occupa di neuroscienze consiglia di leggere a voce alta perché si coinvolgono due sensi: la vista e l’udito. Quindi si raddoppia il processo di incameramento delle informazioni.
Questo trucco è sconosciuto a molti, i quali ritengono che una lettura rapida, peggio, su uno schermo digitale, consenta di memorizzare le informazioni.

Vi è una seconda questione che evidenziamo, vale a dire: le informazioni entrano nell’ippocampo e nella corteccia del nostro cervello, cioè nel nostro archivio e vengono incamerate incamerate a casaccio, cioè disordinatamente; oppure selezionate e classificate in una sorta di archivio che ognuno di noi dovrebbe organizzare.
Operando con ordine, si ottiene il risultato di non affollare tale serbatoio con informazioni inutili o inserite senza regole. Qual è la conseguenza? Che quando cerchiamo nello stesso archivio un’informazione, non facciamo fatica a selezionarla.

Quanto precede è una delle regole della grammatica di vita, la quale ordina il metodo cognitivo. In altri termini, dobbiamo cercare di sapere quello che accade e quello che è accaduto in decine e decine di secoli, per potere tentare, seppure precariamente, di fare delle previsioni attendibili del futuro.
Dobbiamo ricordare che la specie umana si presume sia cominciata circa 1.600.000 anni fa, quando vi era l’Homo erectus, che poi si è evoluto in Homo di Neanderthal ed infine in Homo Sapiens.
Com’è potuto avvenire questo progresso? Per effetto della curiosità di donne e uomini e della conseguente necessità di migliorare la propria vita sotto i diversi aspetti.
Vi era quindi la necessità di imparare ciò che avveniva, mettendo in pratica processi di ricerca, atti a trovare soluzioni ai problemi che si presentavano, epoca per epoca.
Le varie regole che la specie umana ha elaborato, di volta in volta, a seguito di scoperte successive a ricerche ha formato, ripetiamo, la grammatica di vita, cioè quell’insieme di principi necessari per vivere nel miglior modo possibile.

C’è una questione che ha sempre terrorizzato l’umanità, la peggiore di tutte: la morte.
Il terrore nasce dall’ignoranza, dalla supponenza e dalle informazioni che hanno distribuito nel tempo le varie religioni, che ci sono sempre state. Dalla religione inizialmente politeista in Egitto, a quella sempre politeista degli assiro-babilonesi nel secondo millennio avanti Cristo, alle religioni cristiane, che fanno riferimento alle Sacre Scritture intorno a duemila anni fa, al confucianesimo, nato nel sesto secolo avanti Cristo, all’islamismo, nato con Maometto intorno al 610 dopo Cristo, e così via.
Le religioni hanno contribuito alla formazione del terrore della morte, cui prima si accennava, mentre la necessità per donne e uomini era quella di percepire la verità e cioé che la morte del corpo è un fatto del tutto naturale, che deve avvenire perché ogni cosa vivente nasce e muore.
Tuttavia, le religioni hanno prospettato un dopo-morte con la sopravvivenza dello spirito, chiamato anche mente, conoscenza, anima e via elencando, anche da chi non è religioso.

Quanto precede perché credere alla sopravvivenza dello spirito quando il corpo cessa non è un modo di pensare religioso, ma razionale e logico, collegato alla constatazione che tutto quello che esiste non può essere casuale, ma frutto di un Supremo Architetto o Architetta che ha combinato tutti i meccanismi, di cui alcuni a conoscenza dell’umanità ed altri sconosciuti.

Ecco un’altra parte della grammatica di vita che noi dovremmo incamerare, per migliorare la nostra conoscenza e accantonare stupide e inutili credenze che mettono paura e non aiutano a vivere meglio.
Torniamo al punto che indichiamo costantemente in questi editoriali e cioè la necessità di aumentare il nostro tasso di conoscenza e di diminuire quello di ignoranza. L’ignoranza ci rende fragili, succubi di altri, preda di paure ingiustificate (quelle dell’incognito) e quindi ci fa vivere da sub-umani; mentre è necessario che ciascuno di noi abbia piena consapevolezza di cosa sia la vita e di tutti i suoi aspetti, positivi e negativi.