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Crollo in centro, chiusi da giorni sei negozi in via Maqueda a Palermo. L’allarme del Cna

Crollo in centro, chiusi da giorni sei negozi in via Maqueda a Palermo. L’allarme del Cna
Il crollo in centro storico, a Palermo via Del Celso interessata. La preoccupazione del Cna per la chiusura di alcuni negozi

Schillaci: “Il commercio è in ginocchio, qual è la visione su questa città?”

Sono passati dieci giorni dal crollo dei calcinacci di una chiesa nel centro a Palermo di alcuni calcinacci. Dallo scorso 27 settembre le zone di via Maqueda tra il civico 220 e 218 e parte iniziale di via del Celso sono state interdette totalmente al transito veicolare e pedonale per chiari motivi di sicurezza.

Luigi Schillaci, presidente per il Commercio di Cna Palermo (la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa), lancia l’allarme: “Quello che sta accadendo in via Maqueda è inaccettabile, sei negozi costretti a chiudere non si sa fino a quando a causa della caduta di una parte di cornicione della chiesa di Santa Ninfa ai Crociferi”.

I negozi chiusi

A subire le conseguenze di tale provvedimento, dunque, sono sei esercizi commerciali, chiusi fino a quando non verranno effettuati i lavori di messa in sicurezza. Nei giorni scorsi si sono susseguiti i sopralluoghi. Questi i negozi chiusi: Vucia s.r.l.s. (Via Maqueda 255), Beer & Co (Via Maqueda 257), Elena Scimonelli (Via Maqueda 263), Taverna Celso (Via del Celso 1), Euro Services (Via del Celso 2) e Il Salumaio di Santa Marina (Via del Celso 3).

Schillaci: “Il commercio a Palermo è in ginocchio”

Schillaci continua: “Sono già trascorsi dieci giorni, dieci giorni di mancati introiti, di tasse da pagare, così come l’affitto e i dipendenti il commercio è in ginocchio a Palermo, se anche una delle arterie del turismo è ridotta in questo modo, come Cna ci chiediamo veramente quale sia la visione su questa città, dovremmo istituire dei tavoli di confronto con il Comune e la Regione per fare crescere e migliorare questo settore. Turisti e cittadini dovrebbero essere messi in condizioni di godere della città e di fare acquisti in serenità, qui invece devono fare i conti con la microcriminalità diffusa e l’incuria”.