Nei Comuni i conti non tornano sempre più crisi nel palermitano - QdS

Nei Comuni i conti non tornano sempre più crisi nel palermitano

Vincenza Grimaudo

Nei Comuni i conti non tornano sempre più crisi nel palermitano

martedì 12 Luglio 2022

Cresce il numero dei Municipi che non riescono a chiudere i bilanci e si vedono costretti a ricorrere a Piani di riequilibrio o dichiarare il dissesto. I casi di Isola delle Femmine e Balestrate

PALERMO – I Comuni della provincia sono sempre più in difficoltà, con l’acqua alla gola e incapaci di chiudere i propri bilanci. La lista è lunga tra chi è già stato in dissesto e ne è uscito da poco con manovre lacrime e sangue, chi lo ha appena dichiarato, chi lo farà a breve, chi invece parla di pre-dissesto e chi di Piano di riequilibrio.

Tra i Municipi in dissesto finanziario c’è Isola delle femmine, mentre tra quelli che puntano sul Piano di riequilibrio vi è Balestrate, ancora appeso alla possibilità (non certa comunque) di salvarsi dal crack.

Nella cittadina di Isola oramai si viaggia dritto verso la dichiarazione del dissesto finanziario. Il sindaco Orazio Nevoloso, con la sua Giunta, ha approvato una delibera in cui si affida a una società esterna l’espletamento di un’attività formativa di supporto specialistico per il personale del Settore Economico-finanziario. In pratica si vogliono dare le dovute nozioni ai funzionari per attivare le procedure di dissesto. Costo dell’operazione ventimila euro, che hanno causato una feroce polemica con le forze di opposizione in Consiglio comunale.

L’opposizione consiliare rappresentata dal gruppo “Un’altra Isola, sì” ha affilato le armi e promesso battaglia perché contraria a questa scelta del governo cittadino: “Per fermare questa catastrofe annunciata – hanno evidenziato i consiglieri – ci rivolgeremo alla Prefettura, alla Procura della Repubblica e alla Procura della Corte dei Conti affinché venga fatta luce su questo modo vergognoso e doloso di utilizzo del denaro pubblico. È vergognoso che il sindaco Nevoloso sperperi il denaro pubblico per dichiarare un dissesto a pagamento”.

Al contrario la responsabile del II Settore del Comune, Deborah Puccio, che si occupa di Ragioneria, ha evidenziato che dall’approvazione del Rendiconto del 2019 è venuta fuori una fotografia del “grave stato della situazione finanziaria del Comune non risolvibile con i mezzi ordinari previsti dal Tuel”, il Testo unico degli enti locali. “Da un’analisi preventiva dei dati contabili – ha aggiunto Puccio – è emersa una profonda crisi finanziaria dell’ente di crescente intensità”.

Non sta meglio, come accennato, Balestrate le cui casse sono sull’orlo del crack finanziario. L’Ente locale è sommerso da debiti, disavanzi, con ipotesi gravi di soccombenze in alcuni contenziosi e non è in grado di approvare il Bilancio pluriennale 2021-2023. Ecco perché, su input del sindaco Vito Rizzo, il Consiglio comunale ha approvato l’adesione alla Procedura di riequilibrio finanziario pluriennale e l’accesso al Fondo di rotazione per la stabilità finanziaria degli Enti locali. Un procedimento che anzitutto sospende le procedure esecutive nei confronti dell’Ente locale da parte dei creditori. Adesso il Consiglio sarà chiamato a deliberare entro novanta giorni sulle concrete modalità di salvataggio dell’ente sotto la supervisione di organi di controllo che dovranno certificarne nel tempo la correttezza dei conti.

Nella sua relazione Luigi Calamia, responsabile della Direzione Programmazione finanziaria e del personale del Comune, ha evidenziato una “grave situazione finanziaria” in cui versa il Municipio. In tal senso è venuto fuori il ricorso sistematico all’anticipazione di tesoreria, quindi alla richiesta di prestiti dalla propria banca di fiducia con restituzione e interessi da rifondere, a eccezione degli ultimi due anni. Ci sarebbe poi “un importante disavanzo di amministrazione” che al 31 dicembre del 2020 ammontava a ben due milioni di euro.

Pare comunque che la situazione di deficit finanziario parta anche da più lontano, addirittura già dal 2015 come ha avuto modo di precisare Calamia, quando l’originario disavanzo da riaccertamento straordinario fu dichiarato in quasi due milioni e mezzo di euro, così come all’epoca aveva certificato la giunta municipale e di cui prese atto il Consiglio comunale.

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