Nel 2021 nuove regole per chi ha un conto corrente “in rosso” - QdS

Nel 2021 nuove regole per chi ha un conto corrente “in rosso”

Nel 2021 nuove regole per chi ha un conto corrente “in rosso”

giovedì 31 Dicembre 2020

Dal prossimo 1° gennaio diventano operative le norme dell’European banking authority. Cambiamenti nella classificazione dei clienti “morosi” e negli addebiti automatici

SPECIALE ECONOMIA

ROMA – Dal prossimo primo gennaio entreranno in vigore le nuove regole fortemente volute dall’Eba (European banking authority) per la gestione dei conti correnti in rosso. Se i clienti non avranno sufficienti disponibilità liquide sui loro depositi bancari, gli addebiti automatici non saranno più consentiti. Le nuove norme sono quasi sconosciute alla maggior parte dei consumatori e solo in questi giorni la notizia sta raccogliendo maggiore attenzione e destando anche qualche preoccupazione.

Da gennaio, in altre parole, chi sarà al verde sul proprio conto, andrà incontro al rischio di risultare immediatamente moroso nei confronti di vari soggetti, dalle finanziarie all’Inps, dai dipendenti alle aziende cosiddette utility (energia, gas, acqua, telefono). Inoltre, le nuove regole dell’Eba stabiliscono che per un mancato pagamento superiore a cento euro, protratto per tre mesi, il cliente venga classificato come cattivo pagatore. Tutta la sua esposizione verso la banca sarà classificata come “non performing loan” e sarà inviata la segnalazione alla centrale dei rischi finanziari.

Anche per milioni di piccole e medie imprese c’è il rischio concreto non solo di una improvvisa mancanza di piccola liquidità, derivante dallo stop improvviso alla possibilità di sconfinare sul proprio conto, ma anche di una significativa stretta al credito. In questa fase delicata a causa degli effetti economici della pandemia, questo nuovo giro di vite mette ulteriore pressione sul mondo delle imprese, il più colpito dal covid e dalle conseguenti restrizioni.

Nessun sostanziale cambiamento per chi possiede un conto corrente che prevede un fido, in quanto coperto dall’anticipo che gli ha accordato la banca. Per tutti gli altri, invece, c’è il rischio di un improvviso stop ai pagamenti di utenze, stipendi, contributi previdenziali, rate di finanziamenti.

In assenza di fondi sufficienti a “coprire” il pagamento, la banca lo bloccherà e cancellerà il relativo “Rid” (disposizioni automatiche di pagamento). Ad esempio, se alla scadenza di una bolletta la banca non troverà sul conto la somma necessaria a coprire il pagamento invierà immediatamente una notifica al cliente, il quale dovrà coprire la somma entro le ore 15 del giorno stesso altrimenti la bolletta non verrà pagata. E non solo, il consumatore risulterà moroso nei confronti anche della società di fornitura.

La linea richiesta dall’Europa alle banche affinché tutti i paesi si allineino alle consuetudini dei paesi del Nord, nei quali il rosso sul conto non è consentito e non esiste il finanziamento tramite lo scoperto di conto corrente, nasce, quindi, dalla volontà di sensibilizzare i clienti ad avere sempre il conto corrente sotto controllo, ma ha scatenato reazioni contrastanti.

Ad esempio, Unimpresa, tramite le parole del vicepresidente Salvo Politino, non nasconde le proprie perplessità sulla questione: “sulla questione dei conti correnti in rosso siamo stati inascoltati per oltre un mese. Da tempo, infatti, stiamo segnalando l’enorme problema relativo alle nuove regole europee sui conti correnti che vietano alle banche gli sconfinamenti bancari. Oggi, all’improvviso, se ne sono accorti tutti, dai politici alle altre associazioni delle imprese, delle stesse banche e dei consumatori.”

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