Nel rogo morì un 32enne: fermati due indiziati per l'incendio di Noto

Nel rogo morì un 32enne: fermati due indiziati per l’incendio di Noto

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Nel rogo morì un 32enne: fermati due indiziati per l’incendio di Noto

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giovedì 03 Marzo 2022

Hanno rispettivamente 25 e 37 anni e sarebbero stati loro a dare fuoco all'abitazione di via Bracciano. A incastrarli, alcuni video pubblicati sui social.

Sono accusati di aver dato fuoco all’abitazione, causando la morte di un giovane di 36 anni. Nelle prime ore di questa mattina, agenti della Squadra Mobile e del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Noto hanno eseguito il decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso il 2 marzo dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa, nei confronti di due uomini. Hanno rispettivamente 25 e 37 anni e sono ritenuti responsabili, in concorso, dei reati di incendio e morte come conseguenza di altro delitto, poiché nella sera del 15 febbraio hanno incendiato un’abitazione sita a Noto, causando la morte di un uomo di 36 anni che si trovava all’interno dello stabile.

Le indagini

Le indagini sono iniziate il 15 febbraio quando una volante del Commissariato di P.S. di Noto è intervenuta in Ronco Bracciano per la segnalazione di un incendio in un’abitazione all’interno della quale poteva trovarsi una persona.

Gli operatori di polizia hanno constatato che dal portone del piano terra dell’abitazione, suddivisa su due livelli, fuoriuscivano delle fiamme che avevano ormai invaso completamente lo stabile. Per questo, è risultato impossibile per il personale intervenuto entrare per constatare se vi fossero presenti persone.

I Vigili del Fuoco intervenuti sono riusciti nel frattempo, alle ore 23.00 circa, a domare le fiamme e ad entrare all’interno, rinvenendo un cadavere carbonizzato, quello di un uomo di 36 anni.

Dalle prime informazioni, gli agenti hanno potuto appurare che la vittima era rientrato nella propria abitazione dopo aver partecipato ad un a festa di compleanno.

La ricostruzione dei pompieri

I poliziotti hanno ricostruito i fatti  apprendendo dai Vigili del Fuoco che questi ultimi avevano trovato il cadavere accanto un secchio d’acqua, con il quale, probabilmente, la vittima aveva cercato di spegnere l’incendio.

Non potendosi escludere che si trattasse di incendio doloso, secondo quanto riferito nell’immediatezza dal personale dei Vigili del Fuoco, gli operatori hanno proceduto a raccogliere tutti gli elementi utili al fine di ricostruire compiutamente i fatti ed individuare gli autori dell’incendio.

L’analisi dei filmati

Dagli accertamenti esperiti, sia mediante le sommarie informazioni assunte, sia grazie all’analisi dei filmati estrapolati dai sistemi di video sorveglianza presenti in tutte le strade utili all’accesso di via Ronco Bracciano, è emersa la natura dolosa dell’episodio delittuoso.

In particolare, a poche ore dal fatto, due individui sono stati ripresi nei pressi dell’abitazione della vittima mentre si accingevano ad entrare per poi darsi alla fuga seguiti da una scia di fumo e dalle fiamme che si sono propagate così velocemente da non lasciare scampo alla povera vittima.

I poliziotti si sono avvalsi anche di video pubblicati sui social dagli stessi indagati. I filmati li immortalano nitidamente nel loro abbigliamento sportivo, lo stesso indossato poche ore più tardi quando, lasciata l’abitazione a bordo della loro utilitaria, raggiungono il vicolo ove è ubicata l’abitazione della vittima.

La sovrapposizione ed analisi dei frames video non lascia dubbi di sorta sulla piena corrispondenza dei capi di vestiario e dunque sull’identità dei due soggetti. L’azione delittuosa si è consumata in pochi minuti: il primo a fare ingresso è il giovane di 25 anni seguito dal complice di 37 anni, dopo due minuti i due soggetti si allontanano e, a distanza di 8 minuti circa, è possibile notare del fumo e subito dopo le fiamme.

Il tentativo di fuga e il decesso

La vittima, accortasi dell’incendio, nel tentativo estremo di spegnere le fiamme che avevano ormai circondato l’intero stabile distruggendo gli arredi, è stata travolta dal monossido di carbonio che ne ha provocato il decesso per asfissia sulla rampa di scale che dal piano terra conduce al primo piano dove aveva la camera da letto.

Nessun altro individuo è stato visto arrivare sui luoghi prima dei due indagati e ciò ha costituito un elemento decisivo.

Sono allo stato oggetto di approfondimento le ragioni sottostanti alla condotta criminosa , assai verosimilmente riconducibili a pregressi contrasti maturati in ambienti vicini a quello della vittima .

I due indagati, infatti, uno dei quali con numerosi precedenti di polizia, sono noti alle forze dell’ordine per muoversi in ambienti criminali .

Le attività investigative hanno consentito di individuare e di identificare i due soggetti destinatari del decreto di fermo di indiziato di delitto che, nella scorsa nottata, sono stati rintracciati presso le rispettive abitazioni e, al termine delle incombenze di rito, associati alla Casa Circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente.

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