L’onda lunga dei licenziamenti generati dalle acquisizioni di Poste Italiane arriva anche in Sicilia. Dopo la Lombardia – dove a farne le spese sono stati i 40 dipendenti di Delivery Mail, i 100 lavoratori di Mediagroup e i 40 di Delivery Group – l’Emilia-Romagna (Futurfil, 45 dipendenti) e altre aziende operanti in diverse regioni, cresce l’allarme tra i lavoratori di Olimpo services.
L’azienda, che ha già dovuto licenziare 100 dipendenti, è da tempo nel caos, perché Poste Italiane, contrariamente a quanto promesso, ha sottoscritto degli accordi che non ha poi rispettato.
Al centro della vertenza, le aziende, ex partner di Nexive S.p.A., che hanno già dato mandato allo Studio Legale dell’Avvocato Francesco Sgroi del Foro di Catania per promuovere un’azione giudiziaria nei confronti di Poste Italiane.
I problemi sono iniziati nel 2021 quando, nonostante la liberalizzazione del settore del recapito postale, la società Nexive è stata acquisita da Poste Italiane, che di conseguenza è, tornata ad essere monopolista di tale settore.
Da quel momento contrariamente a quanto assicurato, le commesse alle aziende del territorio sono state, però, progressivamente ridotte. Dopo mesi di promesse e di impegni disattesi, questo ha già causato, purtroppo, il licenziamento di circa 100 lavoratori siciliani ed è concreto il rischio che, presto ne comporterà altri.
Per salvaguardare la loro attività e, soprattutto, il posto di lavoro di centinaia di altri addetti, le aziende siciliane del settore, oltre all’azione giudiziaria, si impegneranno affinché tali fatti vengano valutati anche dall’AGCOM, Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni, e dalla AGCM, Autorità Garante della concorrenza e del mercato.
I rappresentanti delle aziende in argomento sono stati già convocati dalle autorità preposte (AGCOM e AGCM), che hanno cominciato a porre l’attenzione sull’operazione di concentrazione messa in atto da Poste Italiane dopo l’acquisizione di Nexive.
Inoltre, per dare forza alla battaglia e risonanza alla questione, si è deciso di coinvolgere anche la politica, non solo a livello locale, anche per la forte frustrazione che la vertenza sta generando nel territorio.

