Home » Tornerà alla madre naturale il bambino abbandonato a Ragusa, i genitori affidatari: “Va impedito”

Tornerà alla madre naturale il bambino abbandonato a Ragusa, i genitori affidatari: “Va impedito”

Tornerà alla madre naturale il bambino abbandonato a Ragusa, i genitori affidatari: “Va impedito”

“Aiutateci a firmare questa petizione. Aiutateci a far rispettare la legge che avrebbe dovuto proteggerci”, scrivono i genitori affidatari.

Dovrà tornare dalla madre naturale il bambino che, tre anni fa, il 4 novembre 2020, era stato abbandonato ancora in fasce all’interno di un sacchetto per i rifiuti a Ragusa. Si tratta della decisione del Tribunale per i minorenni di Catania.

All’epoca dei fatti, il neonato venne ritrovato “per caso” da un macellaio che, successivamente, si scoprì essere il reale padre del bambino. L’uomo aveva infatti inscenato un finto ritrovamento dopo che la sua ex compagna, con la quale aveva avuto un’altra figlia, aveva chiesto aiuto dopo averlo partorito in casa.

La petizione dei genitori affidatari

I genitori affidatari, che ormai da tre anni si stanno prendendo cura del piccolo, hanno deciso di opporsi fermamente alla decisione del giudice e hanno pure lanciato una petizione online su Change.org per impedire la restituzione del bambino alla madre naturale.

“Miele – questo il nome di fantasia utilizzato dalla coppia per identificare il bambino – verrà tolto dalla nostra famiglia e ‘collocato’ dalla madre biologica che non ha mai visto, né incontrato”, si legge nella petizione.

“Aiutateci”

“Increduli e sconvolti davanti a questa violazione di legge, oggi – dopo 3 anni di vita con la sua mamma e il suo papà – Miele rischia di essere ‘riconsegnato’ alla donna che lo ha partorito e che è ancora sotto processo penale per concorso in abbandono di minore.”, sottolineano ancora i genitori affidatari.

Il piccolo dovrà essere restituito alla madre entro il 28 dicembre 2023. Il decreto prevede che i servizi sociali sono autorizzati a prelevare il bambino, anche attraverso le forze dell’ordine. “Aiutateci a firmare questa petizione. Aiutateci a far rispettare la legge che avrebbe dovuto proteggerci”, scrivono in conclusione la donna e l’uomo che hanno preso in cura il bambino nel corso di questi anni.