Neurobiologia interpersonale e attaccamento - QdS

Neurobiologia interpersonale e attaccamento

Neurobiologia interpersonale e attaccamento

giovedì 10 Ottobre 2019

Le interazioni emotive del bambino con le figure di attaccamento danno forma al senso del sé

Le interazioni emotive del bambino con le figure di attaccamento danno forma al senso del sé, sia nell’attualità centrale del qui e ora, sia nella componente autobiografica del passato, presente e futuro. Attraverso queste interazioni il cervello crea le immagini di sé e di altre menti (mindsight) durante l’infanzia e lungo l’intero arco della vita. L’agire umano, la coerenza, l’affettività, la memoria, sono influenzati dall’interazione con gli altri. Se nell’interazione d’attaccamento il bambino ritrova relazioni affettive che rispondono al suo bisogno di amore, attenzione e protezione, si andrà formando uno schema di Sé meritevole di amore, coerente e integrato. In tali circostanze il bambino e l’adulto mostreranno risultati positivi nello sviluppo, con flessibilità emotiva, buon funzionamento sociale, abilità cognitive, resilienza di fronte alle avversità.

Di contro in caso di attaccamento critico o insicuro, il soggetto potrà presentare rigidità emotiva, difficoltà nelle relazioni sociali, menomazioni dell’attenzione, difficoltà nel comprendere la mente degli altri, minore gestione delle situazioni stressanti, una predisposizione verso la condizione clinica di dissociazione che comporta incapacità di funzionare in modo organizzato e coerente. Una buona relazione d’attaccamento con il bambino durante i primi anni di vita, facilita dapprima l’emisfero destro (sede delle comunicazioni non verbali, delle funzioni corporee e della sintonizzazione emotiva), successivamente l’emisfero sinistro (logico, razionale e sede della comunicazione verbale), migliorando nel complesso la connessione tra i due emisferi tramite il corpo calloso, favorendo la capacità di mindsight dei nessi causa-effetto, garantendo la capacità di comprendere il perché delle emozioni e dei comportamenti degli altri.

Queste considerazioni implicano che l’esperienza della relazione d’attaccamento, modella la funzione dell’attività neurale e l’evoluzione del cervello durante l’intero arco della vita. Il cervello è plastico e questa plasticità implica la creazione di nuove connessioni sinaptiche tra neuroni e la crescita di nuovi neuroni nel corso della vita. Così le esperienze interpersonali modellano lo sviluppo del cervello umano, consentendo la formazione del Sé, determinato in gran parte da caratteristiche genetiche e costituzionali.

Quando alcuni sistemi non sono ottimali, a causa di esperienze negative di attaccamento, la mente del bambino può funzionare come un sistema non integrato e ciò può ripercuotersi nell’arco della vita. Fortunatamente, gli effetti delle relazioni di attaccamento, non sono deterministici in senso definitivo e nel corso della vita, le persone possono ristabilire nuovi attaccamenti sicuri nelle successive relazioni.

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