Il 37enne campione dell'Astana conferma in tv la volontà di ritirarsi al termine della stagione
L’emozione non ha tempo. E non ha un momento preciso. Ci si commuove naturalmente. A Messina sono passate da poco le 16.30, quando Vincenzo Nibali dice basta. Gli occhi dello “Squalo dello Stretto” – e non solo i suoi – sono lucidi, perché quelle parole pronunciate dal portacolori dell’Astana diventano un macigno per chi ha vissuto le sue gesta, i suoi successi, ma anche i momenti di difficoltà e le riprese da grande campione. “Sarà il mio un ultimo Giro e probabilmente mi ritirerò a fine anno ”.
Ci sono i genitori seduti ad ascoltarlo. Mamma Giovanna e papà Salvatore seguono le parole del figlio che ha reso orgoglioso Messina, la Sicilia e l’Italia intera. Ci sono i tifosi in silenzio. C’è chi fatica a credere, chi si abbraccia. “Grazie Vincenzo, per le emozioni che ci hai regalato”. Il coro è unanime. Il sole picchia. I venticinque gradi di Messina e il cielo azzurro sono la copertina perfetta di un film che si gira in automatico senza un copione prestabilito. “Avevo scelto Messina per l’annuncio. Qui ho cominciato a correre, qui a 15 anni ho lasciato la mia Sicilia, qui vivono i miei genitori e i miei amici più cari”.
Nibali, le vittorie e i grandi giri
La notizia circola sui social rapidamente. E fai fatica credere che nel 2023 rivedremo un ciclismo senza lo Squalo. La Sicilia del pedale perde, quindi, in questi due mesi due dei tre alfieri che l’hanno resa grande. Dopo Visconti, che ha lasciato il professionismo in piena Tirreno Adriatico, oggi l’annuncio di Nibali. Rimane Damiano Caruso che andrà al Tour, ma che in questo Giro avrebbe potuto recitare un ruolo di assoluto protagonista. La storia è comune a tanti ciclisti siciliani. A 15 anni il trasferimento in Toscana, alla Mastromarco.
La vittoria alla Vuelta di Spagna (2010) rappresenta il primo sigillo di una carriera, dopo il podio nel giro vinto da Basso e le due vittorie di tappa ad Asolo e Cuneo. Due le vittorie al Giro d’Italia (2013-2016) e una vittoria al Tour de France (2014) hanno completato la storica impresa che gli ha permesso di entrare di diritto nel novero dei sette leggendari ciclisti ad aver vinto la Tripla Corona. Nel suo palmares brillano le due vittorie al Giro di Lombardia, alla Tirreno Adriatico e la spettacolare Milano-Sanremo in quel 17 marzo da brividi. Mi viene però da ricordare le ultime due vittorie. A Val Thorens, nel Tour de France, riuscì a mettere tutti d’accordo, smentendo i tanti che lo davano per finito, con una fuga solitaria. A Mascali, lo scorso 1 ottobre, riuscì a scrivere la storia del Giro di Sicilia con l’attacco sulla salita di Scorciavacca e l’arrivo tra le lacrime. Ultimi due successi che fissano la carriera del campione messinese
“Ora voglio godermi il giro”
E adesso cosa accadrà? “Voglio godermi il Giro giorno per giorno”. Da qui alla fine anno non cambierà nulla. Nibali sarà professionista sino all’ultima pedalata. Ecco perché siamo convinti che in questa corsa rosa cercherà di lanciare il segno. Un po’ come fece Contador alla Vuelta nell’ultima grande gara della sua carriera. Il finale epico a una storia da leggenda. Lo Squalo ha ancora i denti ben affilati. Sull’Etna ha perso due minuti dai big. Senza Miguel Angel Lopez cercherà di fare classifica o tenterà il tutto per tutto? Come sempre la strada sarà giudice supremo. Per Nibali, invece, conterranno sino alla fine motivazioni, testa e cuore. E in questo, da buon siciliano, possiamo starne certi di essere al sicuro.
Nunzio Currenti
