Milano, 23 dic. (askanews) – “Il vino è il prodotto perfetto per il consumatore contemporaneo, peccato che lui non lo sappia”. È da questa constatazione che prende forma il ragionamento di Nico Conta, manager con oltre trent’anni di esperienza nel mondo del vino, già presidente di Enrico Serafino 1878, quando analizza con askanews lo stato di salute del settore vitivinicolo. Una riflessione che non mette in discussione il valore del prodotto ma chiama in causa il sistema che lo produce, lo posiziona e lo interpreta, spesso senza una distinzione chiara tra mercato di massa e nicchia, tra volumi e valore.
Per Conta, lo scarto tra ciò che il vino è e ciò che viene percepito rappresenta il punto di partenza per comprendere perché, a suo giudizio, “non c’è una crisi del vino ma una crisi dei produttori”. Una crisi che riguarda soprattutto la capacità di adottare una visione strategica coerente con la natura del prodotto e con i tempi lunghi che esso impone. “A mio parere la crisi è dei produttori, soprattutto di quelli che operano nell’entry-level” afferma, indicando come causa principale “la carenza di approccio strategico”. Il vino, ricorda, “richiede decenni per essere pensato, realizzato e venduto” e senza una rotta chiara si finisce per mettere in atto scelte che risultano già superate prima ancora di produrre effetti.
In questo quadro, il manager individua uno dei nodi più delicati nel modo in cui vengono prese le decisioni all’interno della filiera. Scelte che spesso nascono sull’onda del successo del momento e che non tengono conto del fatto che tra l’impianto di una vigna e l’arrivo del vino sul mercato passano cinque o sei anni. “Quando finalmente otterremo il vino di quella vigna saranno passati diversi anni. E allora come sarà il mercato?”. È qui che, secondo Conta, si genera una spirale fatta di sovrapproduzioni ed effetti pro-ciclici che amplificano le fasi di difficoltà, rendendo strutturali problemi che nascono anche da una lettura parziale del contesto.
“Qualunque riflessione dovrebbe partire dal chiedersi di quale vino stiamo parlando” riflette con askanews, spiegando che guardando al mercato statunitense, che rimane centrale per dimensioni e capacità di orientare le strategie, il quadro appare netto. “Negli Usa il 93% del vino consumato ha un prezzo al pubblico sotto i 20 dollari”, il che significa un valore all’origine compreso tra 3,50 e 4,75 euro a bottiglia. A questo si aggiunge un’elevata concentrazione industriale, con “14 aziende, pari a 35 marchi, che coprono il 71% del mercato”. Alzando l’asticella, lo spazio si riduce drasticamente: oltre i 35 dollari, il mercato rappresenta solo il 3% del totale.
“Da questi dati emergono due conseguenze” osserva Conta: da un lato, l’esistenza di un mercato di grandi volumi che tratta il vino come una commodity, dall’altro una nicchia che gli attribuisce una funzione edonistica e di autorealizzazione. Confondere questi due piani significa, a suo giudizio, esporsi a errori di posizionamento che finiscono per alimentare la percezione di una crisi generalizzata. L’altra conseguenza riguarda direttamente i territori. “Il Piemonte, per la struttura dei suoi costi di produzione, non può competere nella fascia entry-level” e deve quindi essere consapevole di rivolgersi a un segmento medio-alto, costruendo strategie compatibili con questa scelta.
Nonostante le difficoltà, Conta individua segnali che confermano come il problema non risieda nel prodotto. “Mai come oggi il consumatore attento ha dato valore alle nostre produzioni” osserva, sottolineando che “i consumatori sono pronti a pagare prezzi che non avevano mai pagato in passato”. Un elemento che, nella sua lettura, dimostra come il vino continui a essere percepito come portatore di valore, a condizione che venga proposto in modo coerente con ciò che è.
Una coerenza che passa anche dalla comprensione dell’unicità del vino rispetto ad altri prodotti alcolici. “Nel vino l’uomo è testimone e custode di ciò che accade nel vigneto” spiega Conta, mettendo l’accento su un lavoro che consiste più nel comprendere e accompagnare che nell’imporre un risultato. La vite, aggiunge, “è probabilmente il vegetale più sensibile al luogo in cui cresce” e alle differenze di suolo si somma la variabilità climatica delle annate, rendendo il processo produttivo in parte imprevedibile. “Per questo produrre vino è così difficile: la parte fuori dal nostro controllo è preponderante”, tanto da ricordare “più la ricerca del tartufo che la coltivazione della patata”.
Questa dimensione distingue il vino anche sul piano temporale. A differenza di altri alcolici, “il vino è un prodotto vivo che evolve per decenni” e per questo è stato storicamente utilizzato come “contenitore di emozioni”. Condividere una vecchia annata, osserva Conta con askanews, significa condividere un frammento di memoria e non soltanto un gusto, rafforzando quel legame tra prodotto, tempo e vissuto che rende il vino difficilmente assimilabile a una logica di consumo rapido.
Nel dibattito su giovani e comunicazione, Conta invita infine a ridimensionare alcune semplificazioni. “Non concordo sul cosiddetto problema giovani” afferma, ricordando che il consumo di vino di qualità è storicamente legato a una fase di stabilità personale che arriva più tardi”. Allo stesso modo respinge l’idea che la soluzione passi dall’abbassamento del linguaggio: “Non dobbiamo abbassare il livello delle argomentazioni ma alzarlo”, perché il vino di eccellenza è per definizione complesso e richiede un racconto che sappia rispettarne la natura.
Nel suo ragionamento, la crisi dei produttori coincide dunque con una crisi di visione, più che di domanda. Una crisi che nasce quando si ragiona sul breve periodo in un settore che vive di tempi lunghi e che, proprio per questo, non può essere trattato come un prodotto di moda. “Trattare il vino come la moda è e sarà sempre un grande errore” conclude Conta parlando con askanews, ribadendo che il valore del vino continua a esistere, a patto di essere riconosciuto e raccontato per ciò che è, senza scorciatoie e senza illusioni di semplificazione. (Alessandro Pestalozza)

