Niscemi, commemorazione per l’eccidio di contrada Apa - QdS

Niscemi, commemorazione per l’eccidio di contrada Apa

redazione

Niscemi, commemorazione per l’eccidio di contrada Apa

martedì 24 Ottobre 2023

Nei giorni scorsi a Niscemi il ricordo dei tre Carabinieri Di Miceli, Pagano e Paoletti, i quali nel 1945 persero la vita durante un’agguato armato da parte dei banditi

NISCEMI (CL) – Una commemorazione, toccante e partecipata, per non dimenticare chi ha sacrificato la propria vita in difesa dei cittadini e del territorio.

All’indomani dello sbarco alleato riemerse in Sicilia il fenomeno del banditismo. I nutriti gruppi di criminali, tutti ben armati, controllavano ampie zone di territorio, compiendo omicidi, rapine, furti, estorsioni ai danni di agricoltori e proprietari terrieri. Gli eventi bellici avevano fornito alle bande la possibilità di munirsi di veri e propri arsenali composti da mitragliatrici pesanti e leggere, mitra, fucili automatici, pistole, bombe a mano ed esplosivi di vario genere. Specie nelle zone più isolate della Sicilia: tale era la carica intimidatrice esercitata da questi criminali nei confronti dei cittadini che nessuno osava rifiutare loro un rifugio, viveri, cavalli e altro ancora.

A Niscemi operava la banda di Canaluni

Nel niscemese, dal 1943, operava la banda capeggiata da Rosario Avila, detto Canaluni, inizialmente aggregatasi al Movimento per l’indipendenza della Sicilia ma poi ripudiata proprio per l’efferatezza e la ferocia dei suoi crimini. La sera del 16 ottobre 1945 la banda arrivò in una masseria di contrada Apa a Niscemi dove erano riuniti alcuni contadini intenti a riposarsi e a conversare. Alla vista dei criminali armati fino ai denti, nessuno ebbe il coraggio di rifiutare loro un nascondiglio per la notte e qualcosa da mangiare. Nel frattempo, sette Carabinieri del Nucleo di Niscemi stavano perlustrando quella zona e, accortisi della presenza di persone nel casale, vi si recarono per identificare i presenti. Mentre i militari dell’Arma erano intenti a controllare i documenti dei contadini, i malviventi ebbero modo di uscire da una finestra posteriore e organizzare un’imboscata agli uomini dell’Arma i quali, ultimato il controllo, procedevano su una mulattiera, illuminando il sentiero con una lampada. I banditi, al riparo e fuori dalla portata di tiro dei Carabinieri, muniti di una mitragliatrice leggera, di mitra e di bombe a mano, attaccarono i militari uccidendo tre di loro.

A perdere la vita furono l’Appuntato Michele Di Miceli, originario di San Michele di Ganzaria in provincia di Catania, il Carabiniere Rosario Pagano di Ventimiglia di Sicilia, in provincia di Palermo, e il Carabiniere Mario Paoletti di Teano (Ce), mentre gli altri quattro riportarono diverse ferite. I tre caduti sono stati decorati con Medagli al Valore Militare alla memoria, mentre a Di Miceli e Pagano sono state intitolate rispettivamente le Caserme dell’Arma di San Michele di Ganzaria e Ventimiglia di Sicilia.

Una commemorazione in ricordo delle vittime

Nei giorni scorsi, a 78 anni da quell’eccidio, su iniziativa del Comando provinciale dei Carabinieri di Caltanissetta e dell’Ispettorato regionale dell’Associazione nazionale Carabinieri, è stata rinnovata la memoria del drammatico evento. Dopo la deposizione di una corona d’alloro sul monumento funebre dedicato ai caduti sito in località Apa, nella Chiesa Madre di Niscemi è stata celebrata dai parroci don Filippo Puzzo e don Massimo Ingegnoso una Santa Messa in suffragio dei tre Carabinieri caduti.

Alla cerimonia hanno partecipato tra gli altri il Tenente Colonnello Marco Montemagno, comandante del Reparto territoriale dei Carabinieri di Gela, il sindaco di Niscemi Massimiliano Conti e le Autorità civili e militari del circondario di Gela, delle associazioni combattentistiche e d’Arma nonché di una rappresentanza di Carabinieri in servizio e in congedo.

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