Il reato contestato è quello di istigazione a delinquere aggravato dall’utilizzo di strumenti informatici o telematici
«Gli indagati svolgono mediante l’utilizzo del web un’attività di condivisione e giustificazione e dunque di esaltazione e incitamento alla commissione di reati connotati da violenza».
E’ quanto si legge nel decreto di sequestro preventivo, disposto dalla procura di Roma e notificato dalla Polizia postale, del sito web di Forza Nuova. Il reato contestato è quello di istigazione a delinquere aggravato dall’utilizzo di strumenti informatici o telematici.
Alla base del provvedimento di ‘oscuramentò, il rischio che «la libera disponibilità e la visibilità del sito possa ulteriormente aggravare e protrarre le conseguenze del reato ipotizzato, continuando a pubblicizzare metodi di protesta, ‘di lotta e di scontrò, fondati sulla violenza e la prevaricazione”: impossibile attendere le decisioni del giudice «per la situazione d’urgenza derivante dalla manifestata intenzione di proseguire e dalle conseguenze non solo in termini di sicurezza pubblica». Nell’articolo ‘incriminatò, si legge che «il popolo ha alzato il livello dello scontro. E non si fermerà… ora la musica è cambiata e il direttore d’orchestra e compositore è il solo popolo in lotta – costretto a difendersi dalla ferocia unanime di chi dovrebbe rappresentarlo, l’attacco alla Cgil rientra perfettamente in questo quadro analitico – che ha deciso di alzare il livello dello scontro». E poi: «fino a che il green pass non verrà ritirato definitivamente la rivoluzione popolare non fermerà il suo cammino, con o senza di noi». «Appare sussistere il ‘fumus commissi delictì del reato contestato – spiega il decreto di sequestro – e si evince la portata inequivocabilmente apologetica e istigatoria dell’articolo in questione».