Era il 1971. Per andare a Roma il treno impiegava sedici ore, l’aereo quasi due, in auto era un percorso di guerra attraversare la Calabria perché l’autostrada del Sole finiva a Napoli. All’epoca avrei avuto la possibilità di trasferirmi a Milano per evitare questa traversata, ama ho deciso di rimanere qui, in Sicilia.
Perché questo incipit? Per informarvi che la mia decisione fu conseguente al ragionamento secondo cui bisognava dare il proprio apporto, piccolo o grande, per fare crescere la nostra Isola. Qui!
In questo quadro, erano fondamentali le infrastrutture già oltre cinquant’anni fa, fra cui reti ferroviarie, autostrade, strade e… il Ponte sullo Stretto.
Dieci anni di schermaglie e finalmente nel 1981 venne approvata una legge dal Parlamento, la numero 1158, che prevedeva la costruzione del Ponte. Ma sono passati quarantaquattro anni da allora e c’è ancora gente che continua a dire: No al Ponte, aggiungendo che c’è ben altro da fare. Costoro sono, appunto, denominati benaltristi.
La fotografia dello stato dei fatti qual è? È che il Ponte non è stato costruito e le opere benaltriste non sono state costruite.
Nonostante questo scempio, c’è gente che ha ancora il coraggio di impiegare il proprio tempo per manifestare contro un’infrastruttura, a nostro avviso, fondamentale.
Alcuni anni fa vi sono stati altri fratelli ideali di quelli che l’altro giorno erano a Messina, i quali, nel percorso della costruenda Tav Torino-Lione, hanno continuato a inscenare manifestazioni urlando: “No Tav”. Per fortuna Governi di altro colore rispetto all’attuale sono andati dritti per la loro strada e la Tav in questione è in fase di completamento.
Non abbiamo sentito le stesse urla per il costruendo traforo da Genova a Milano, né per quello che è in via di costruzione e che attraversa il Brennero. Né urla abbiamo sentito quando furono messe in costruzione le paratoie del Mose a Venezia.
Tav, Traforo Genova-Milano, Brennero e Paratoie del Mose hanno comportato e comportano investimenti dello Stato per una trentina di miliardi. Tutti ben spesi.
È noto che se un Paese vuole far crescere il benessere della popolazione, il numero degli occupati, migliorare i servizi pubblici, eccetera, tutto deve concorrere a quell’indice sintetico che è il Prodotto interno lordo.
Tutte le fandonie che vanno raccontando i governanti, che di volta in volta si alternano a gestire le istituzioni, sono destituite di fondamento se non basate sul Pil (bisogna considerare la crescita in miliardi e non quella in percentuale!). Il Pil costituisce attualmente l’unico parametro che fa capire se si va avanti o si resta immobili, nonostante i suoi difetti.
Il Ponte, con i suoi 13,5 miliardi di spesa prevista in sei anni, cioè intorno a due miliardi l’anno (un’inezia), può fare aumentare il Pil di alcuni punti e soprattutto quello di Sicilia e Calabria, forse di sette o otto punti. Ma soprattutto risolverebbe il problema dei trasporti tra la Sicilia e il resto dell’Italia, perché costruendo in contemporanea la linea ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria e quella ad alta capacità (già in costruzione), si potrà andare da Catania a Roma in meno di cinque ore.
I governanti degli ultimi cinquant’anni non hanno guardato al problema principale che ha il nostro Paese e cioè che non vi è un’unica Italia, ma ve ne sono due: quella ricca delle otto regioni del Nord e quella in gramaglie delle otto regioni del Sud.
Bisogna avere il culto della verità e dire lo stato dei fatti senza alcuna menzogna. Coloro che ignorano, fanno finta di ignorare o non sono capaci di capire questa fotografia, dovrebbero riflettere prima di parlare e gridare.
Per quanto precede, continuo a sostenere senza mezzi termini il progetto di costruzione del Ponte sullo Stretto e sostengo anche la capacità decisionale del ministro Salvini – con il quale siamo in disaccordo per altre questioni – e soprattutto del numero uno della società Stretto di Messina Spa, Pietro Ciucci, che sta conducendo con capacità tutta la procedura, così da portare finalmente all’apertura dei cantieri dei due pilastri di quattrocento metri di base sulle due sponde. Al più presto. Basta benaltristi!

