No vax, nuovo flop, la Chiesa preoccupata dalla violenza - QdS

No vax, nuovo flop, la Chiesa preoccupata dalla violenza

No vax, nuovo flop, la Chiesa preoccupata dalla violenza

domenica 12 Settembre 2021

Sit-in e cortei ma affluenza sempre molto bassa, mentre la destra, in particolare quella estrema, cerca di sfruttare la protesta. Ma il cardinale Parolin ribadisce, "E' solo nel vaccini la soluzione"

Dopo il flop del primo settembre quando le iniziative contro l’obbligo del Green pass sui treni andarono pressoché deserte, ieri il popolo del “No” è tornato in piazza, facendo registrare un nuovo clamoroso insuccesso: nel migliore dei casi poche centinaia di persone a cortei e sit in organizzati in oltre cento città (sulla carta centoventi, ma in molte le manifestazioni non si sono tenute).

Iniziative attuate nel giorno in cui anche la Chiesa cattolica, per bocca del cardinale Pietro Parolin, ha fatto sentire la sua propria voce sui no vax, condannando, dopo l’operazione di qualche giorno fa della Polizia e le aggressioni a scienziati e giornalisti, qualsiasi forma di azione violenta.

Ma non solo: la Chiesa, dopo le parole di Papa Francesco, ha ribadito, per bocca del cardinale Pietro Parolin, che vaccinarsi “è un atto di responsabilità”.

“Non capisco – ha aggiunto Parolin – perché ci si debba imporre con la violenza davanti a queste cose: l’unico modo per uscire da questa situazione è parlarsi, dare le motivazioni per cui è opportuno vaccinarsi quale soluzione alla pandemia”.

“Certo – ha concluso – è una via lunga che richiede pazienza, soprattutto di fronte a derive violente che io non capisco”.

La protesta dei no vax è stata monitorata con attenzione dal Viminale, che teme azioni violente di lupi solitari, anche alla luce di quanto emerso, come detto, dall’indagine della Procura di Milano che in settimana ha disposto perquisizioni nei confronti di otto soggetti pronti, a dire degli inquirenti, a blitz in occasione della manifestazione in programma a Roma. Progettando di bruciare con le molotov i camion-regia delle televisioni.

Proprio nella Capitale, in piazza del Popolo, erano duecento le persone presenti. Indossavano magliette con scritto “No alla dittatura” e inalberavano cartelli e striscioni che affermavano: “Ora ci iniettano i vaccini, domani i microchip”, “Non sono una cavia”, “No ai vaccini fatti con i fratelli animali”.

Sventolando alcune bandiere tricolori, anche un gruppo di militanti di Forza Nuova, guidato dal leader di Forza Nuova, Giuliano Castellino, a dimostrare che la destra, non solo quella estrema, sta cercando di fomentare la protesta, per quanto minima.

La conferma viene dalla presenza al corteo con circa quattrocento persone che ha attraversato il centro di Milano – tra slogan del tipo “Siamo il popolo”, “Giù le mani dai bambini” – del senatore Gianluigi Paragone, ex direttore del giornale leghista La Padania ed eletto, per poi abiurare, tra le fila del Movimento cinque stelle. E che adesso è candidato sindaco nel capoluogo meneghino con Italexit.

A Torino si sono vissuti alcuni momenti di tensione quando il corteo ha deviato il suo percorso: sono volati alcuni calci e spintoni all’indirizzo delle forze dell’ordine presenti, ma la calma è stata ristabilita dopo pochi minuti.

Anche ieri l’organizzazione delle manifestazioni è avvenuta con il “passaparola” attraverso i social network e Telegram, il servizio di messaggistica dove sono attivi molti canali della galassia antivax finiti all’attenzione anche di alcune Procure.

Il gruppo “Basta dittatura”, che conta oltre quarantaduemila contatti – ma si tratta prevalentemente di curiosi -, resta punto di riferimento della galassia del “popolo” No vax.

E nella chat si invitano perfino le forze dell’ordine a non ostacolare le proteste.

“Non siate complici di questa dittatura oligarchica – si afferma in un delirante messaggio -, unitevi al popolo”.

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