"Il Covid non esiste", "il vaccino è inutile" e "il Green pass è come il lasciapassare nazista". Ma i no vax, in terapia intensiva, si pentono amaramente. La storia dei maggiori leader
Eduard Irinel Ciobanu, di 47 anni, è uno dei portuali di Trieste che manifestavano contro il Green pass. L’uomo, di origini rumene, è adesso ricoverato in terapia semi-intensiva nel reparto Covid dell’ospedale di Cattinara. Ora si pente delle sue battaglie come tanti leader dei vari movimenti No vax, No Green pass, No mask.
Ma c’è uno zoccolo duro dei negazionisti che comunque non sembra lasciarsi influenzare dalle infauste esperienze dei compagni di lotta e che domani, in diverse piazze italiane, continuerà a manifestare per il 20esimo weekend consecutivo.
Il copione No vax
Il “copione no vax” ormai sembra essere sempre lo stesso: la paura del vaccino, le teorie del complotto e la rete sui social; poi la partecipazione a manifestazioni di piazza con la promessa di “resistenza a oltranza”; infine il contagio da Covid, il ricovero in ospedale e la fase del pentimento.
A questi comuni denominatori si aggiunge spesso la terapia “fai da te”, con candeggina o antinfluenzali blandi che non si rivelano certamente utili alla cura dell’infezione. A tal proposito, oggi la notizia della chiusura di Ippocrateorg, la rete di medici no vax che elargiva “assistenza” e “terapie” a pazienti positivi.
Covid, portuale no vax intubato in ospedale a Trieste: “Ho i polmoni distrutti”
Ciobanu si aggiunge alla lunga lista dei No vax pentiti che, mentre lottano per resistere alla somministrazione del vaccino, finiscono per lottare per la loro sopravvivenza.
Alle telecamere di Non è l’Arena, la trasmissione di La7 condotta da Massimo Giletti, ha dichiarato che “non bisogna sottovalutare il Covid”. E ha aggiunto di essere intubato, di avere i “polmoni distrutti”, di essere stato “bucato dappertutto”. Ha riferito di essere “vivo per puro miracolo”, dopo aver rifiutato di sottoporsi alla vaccinazione e aver negato addirittura l’esistenza del coronavirus. Oggi, “tornasse indietro, farebbe tutto in un altro modo. Bisogna fare molta attenzione a questo virus e non sottovalutare niente”.
Leader No vax morti, le storie di Johann Biacsics e Marcus Birks
Tra gli altri, nei giorni scorsi è morto a Vienna Johann Biacsics, uno dei leader del movimento No vax in Austria e sostenitore del “Pensiero laterale” (Querdenken). La causa? Ovviamente le complicazioni del Covid.
Il 65enne, libero professionista, sperimentava anche metodi di auto-cura (persino contro il cancro), come i clisteri con la “Soluzione Minerale Miracolosa”, nient’altro che un preparato con candeggina. Notizia che fece molto clamore quando persino Donald Trump li propose come rimedi anti-Covid.
È morto per la stessa ragione Marcus Birks, leader dei “The Chameleonz”. Aveva cambiato idea, ma troppo tardi. In ospedale ha fatto in tempo solo a rivolgere il solito appello: “Ho sbagliato, vaccinatevi”.
I leader pentiti in Italia
Anche l’Italia conta un numero imprecisato di No vax pentiti, ma solo dopo aver sperimentato sulla loro pelle che il virus esiste eccome. Tra i leader, Lorenzo Damiano, 56enne ultracattolico di Vittorio Veneto, nonché presidente del movimento “Pescatori di Pace”, che si era addirittura candidato a sindaco in una lista di negazionista (“Norimberga 2”); Pasquale Mario Bacco, medico legale, componente dell’associazione ‘L’Eretico’, che ha invertito la rotta dopo aver visto morire per Covid un giovane di 29 anni e dopo essersi ammalato gravemente.
Ovviamente, le loro nuove consapevolezze non sono state accolte dagli “ex” compagni di lotta che hanno loro riservato gli insulti più meschini per il presunto “tradimento”.
Forse queste stesse esternazioni hanno influenzato l’ammissione di colpa dell’ormai famosa Sabrina Pattarello, la maestra 45enne veneta che era finita in terapia intensiva dopo aver negato agli alunni di indossare la mascherina in classe. Il ricovero sembrava averla fatta ragionare sulla necessità della vaccinazione, ma poi ha fatto marcia indietro.
Militanti no vax, il grido dalle terapie intensive
E poi ci sono tutti i casi dei no vax che finiscono in terapia intensiva in ogni parte d’Italia e che provano a far sentire l’ormai loro flebile voce dagli ospedali: “Ve lo dico dal profondo del cuore per quello che ho visto nella rianimazione: vaccinatevi“, ha detto Vincenzo, il 48enne ripreso nel video postato dal virologo Bassetti; “Non mi sono vaccinato e l’ho pagata”, ha detto il ciclista Filippo Pozzato; “Mia figlia incinta non vaccinata è gravissima, siamo distrutti”, aveva raccontato il padre di una donna di Trieste.
Sul manifesto di morte del 66enne siracusano Giuseppe Giuca, deceduto per Covid, si legge, come da sua ultima richiesta: “Se avessi creduto alla pandemia, se avessi creduto al Covid, oggi racconterei un’altra storia ma non questa storia”.
Hanno fatto marcia indietro tanti sanitari sospesi perché non vaccinati. Come il primario di Medicina Nucleare al San Martino di Belluno, Sergio Bissoli, la dottoressa Federica Zanatta di Cure Palliative e il dottor Cosimo Damiano Smiraglia, dirigente sanitario in Psichiatria a Feltre.
L’autorevolezza della scienza vacilla, per pochi?
Nel 2021 la scienza, che per sua natura mette in dubbio ogni apparenza al fine di ricercare le cause dei fenomeni e individuare le possibili soluzioni, sembra a sua volta essere messa in dubbio. Meno dagli scienziati, più da soggetti che non hanno acquisito adeguate competenze per pronunciarsi in merito a temi cruciali come la vaccinazione.