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NOMI | Scommesse online illegali a Marsala: il rinvio a giudizio per dodici persone

NOMI | Scommesse online illegali a Marsala: il rinvio a giudizio per dodici persone
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Secondo la stima della guardia di finanza, dal febbraio 2018 al maggio 2021 il giro di scommesse illegali sarebbe ammontato a 23 milioni di euro.

La Procura di Marsala ha chiesto il rinvio a giudizio di 12 persone con l’accusa di far parte di un giro di scommesse illegali.

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Secondo la stima della guardia di finanza, dal febbraio 2018 al maggio 2021 il giro di scommesse illegali sarebbe ammontato a 23 milioni di euro.

Scommesse illegali a Marsala: i nomi

Il rinvio a giudizio è stato chiesto per i coniugi marsalesi Giovanni Marchese, di 40 anni, e Marica Genco, di 38, gestori di un centro scommesse on line a Strasatti, frazione di Marsala; per Carlo Napoli, 67 anni, di Erice, uno dei personaggi principali sui quali ruota l’inchiesta delle fiamme gialle; Giuseppe Granata, 66 anni, nato a Polizzi Generosa (Pa), ma residente a Favignana e domiciliato a Trapani; Luigi Cascio, 62 anni, trapanese, attualmente agli arresti domiciliari; Antonino Danilo Angileri, 54 anni, di Petrosino; Filippo Gallina, di 46, di Bisacquino (Pa); Salvatore Marino, di 48 anni e Michelangelo Tilotta, di 42, entrambi di Paceco; Maria Canino, di 64, di Erice; Gabriele Napoli, di 38, di Erice, ma residente a Favignana, e Sebastiano Silvio Sciacca, di 52, di Marsala.

L’udienza il 22 maggio

La prima udienza davanti al gup di Marsala è fissata per il prossimo 22 maggio. Lo scorso gennaio, Giovanni Marchese, Carlo Napoli, Giuseppe Granata e Luigi Cascio furono posti ai domiciliari, mentre la misura cautelare dell’obbligo di dimora nei rispettivi Comuni di residenza è stata disposta per Angileri e Gallina.

La misura cautelare interdittiva temporanea del divieto di esercitare la loro professione di tecnici informatici/programmatori è stata data ai pacecoti Marino e Tilotta, e divieto di esercitare attività imprenditoriali per Marica Genco. Sono stati, inoltre, sequestrati beni immobili, mobili e le quote sociali per circa 2 milioni e 600 mila euro. Due le organizzazioni individuate dalle Fiamme gialle. L’inchiesta è stata coordinata dal pm Calogero Roberto Piscitello.