Lettera aperta, Giovanni Brusca, non c'è posto per te - QdS

Lettera aperta, Giovanni Brusca, non c’è posto per te

Lettera aperta, Giovanni Brusca, non c’è posto per te

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martedì 01 Giugno 2021

Signor Giovanni Brusca, lo Stato Italiano, in forza di una legge del 1991, fortemente voluta da Giovanni Falcone, che lei ha massacrato l’anno seguente le concede dei benefici di pena.

Lettera aperta a Giovanni Brusca.

Signor Giovanni Brusca, lo Stato Italiano, in forza di una
legge del 1991, fortemente voluta da Giovanni Falcone, che lei ha massacrato
l’anno seguente insieme alla sua compagna Francesca Morvillo, ed alla sua
scorta, le concede dei benefici di pena. Per cui oggi lei è un libero
cittadino.

Noi siciliani siamo persone perbene e, a parte lei ed i suoi
sodali, rispettose della legge italiana, Stato di cui, non sempre e non per
tutto, facciamo parte.

Ma l’orrore incommensurabile, che con la sua efferata e
criminale condotta lei ha provocato in questa nostra terra, non consentono a
questa comunità isolana di poterla accogliere fra i suoi residenti. E questo deve
essere chiaro anche allo Stato Italiano.

Non possiamo avere tra noi uno che può ricominciare ad
essere una belva criminale, con oltre 150 delitti riconosciuti, non possiamo
veder circolare per le strade dell’isola uno che ha squagliato nell’acido un
bambino innocente, non possiamo far coesistere nella terra di Falcone e
Borsellino la sua presenza.

Lo Stato deve capire che la Sicilia o è nostra, di noi siciliani
perbene, o è di Cosa Nostra.

Pertanto intanto chiediamo a lei, sig. Giovanni Brusca, di
non risiedere o domiciliarsi in un comune siciliano.

Ci aspettiamo che nessun ente locale dell’isola accetti la
sua domanda di residenza, e che il Parlamento Siciliano la bandisca con forza.

Ove questo non avvenisse chiediamo, con tutta la forza di cui noi siciliani siamo capaci, allo Stato Italiano di tenere lontano dalla Sicilia questo amaro calice. Perché noi lo abbiamo già bevuto con tutto il dolore di cui è costituito.

Giovanni Pizzo

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