Non dire Gatto se non ce l’hai nel sacco

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Non dire Gatto se non ce l’hai nel sacco

Giovanni Pizzo  |
mercoledì 13 Aprile 2022

Gianfranco Miccichè, in sintesi, dice che con Musumeci si perde. L’arma che lo abbatterà sarebbe già in campo: si chiama Cateno De Luca

Finora solo Trapattoni era famoso per una frase sui gatti (certo si sarebbero Baudelaire, Churchill, Bukowski) ma oggi il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, prende la scena.

“Contro Musumeci vince pure un gatto”. A meno che non vada in tangenziale, che peraltro a Palermo non c’è. Certo non l’ha toccata piano il coordinatore di Forza Italia. Evidentemente quel patto del Passito in terra leghista, condito da frecciatine, allusioni, battutine gli è sembrato più stucchevole del rosolio della zia Concettina. Con Musumeci si perde è la sintesi, non nuova, che propone Miccichè. E l’arma che lo abbatterà è già in campo. Si chiama Cateno De luca, che pur avendo solo iniziato la a campagna elettorale, ed essendo ancora quasi  sconosciuto nella parte occidentale dell’isola, è già al 15%. Bastò molto meno per far perdere lo scettro a Musumeci nel 2012. E quel molto meno glielo tolse proprio il capo di Forza Italia.

A questo punto è chiaro che la ricomposizione su Palermo diventa difficile e i moderati andranno per conto loro, secondo la teoria di Miccichè, tentando la sorte del ballottaggio.  La novità delle dichiarazioni sta invece nella rottura dell’asse con Salvini. Certo queste dinamiche non ci sorprendono, le oscillazioni sono costanti come un elettrocardiogramma in tempo di guerra. C’è anche la ostinazione tutta siciliana di non fare decidere le nostre cose fuori dall’isola, come fossimo una Crimea per la coppia Salvini-Meloni. Su questo schema di autonomia della politica siciliana è probabile che Miccichè trovi alleato anche Lombardo ed altri noti attori dello scenario locale.

È chiaro comunque a tutti che lui non si sta arrendendo, la resa per lui sarebbe la definitiva sconfitta politica e personale. Se la sua linea sarà politicamente vincente su Palermo potrà dire la sua anche sulle regionali, anche se deve trovare il nome su cui convergere in alternativa a Musumeci. Ci vorrebbe un nome trasversale a questo punto, il classico uomo di pace, tanto evocata di questi tempi, per ottenere un voto disgiunto.

Il clima rievoca il 2012, quando un gatto e non un coniglio uscì dal cilindro. Era un gatto gelese è un po’ goloso.

Così è se vi pare.

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