L’allarme lanciato da stakeholder e associazioni di categoria a Terrasini, in occasione della borsa del turismo
PALERMO – È il momento di tirare le somme sulla stagione turistica in Sicilia che si sta chiudendo. Per discutere dei risultati e capire come affrontare il futuro in maniera produttiva, il mondo delle imprese del settore turistico, insieme alle tre principali associazioni di categoria si è dato appuntamento al Cds Hotel Terrasini–Città del Mare per la XXIII edizione di Travelexpo Borsa Globale dei Turismi. Un’occasione importante per fare il punto sulla presunta ripartenza del turismo con il tessuto imprenditoriale ma anche con rappresentanti istituzionali.
“Questa XXIII edizione di Travelexpo – ha detto Toti Piscopo, patron di Travelexpo – la seconda dell’era pandemica, vuol fare da spartiacque tra i circa 600 giorni che sono ad oggi trascorsi da quel 21 febbraio del 2020, ai prossimi 600 giorni a cui vogliamo guardare con cauto e responsabile ottimismo, nella piena consapevolezza che nulla sarà più come prima e, realisticamente, che la nostra agenda continuerà ad essere segnata dal virus”.
Solo grazie a questa consapevolezza, si potrà affrontare da protagonisti quel processo evolutivo ed irreversibile necessario per adattarsi alle nuove condizioni. “Si parla di ripartenza – ha esordito Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Sicilia – ma le imprese non si sono fermate mai, hanno tenuto in piedi il paese, è stato il turismo quello che è rimasto chiuso per più tempo e quando ha riaperto a soffrire è stato soprattutto il fattore umano, visto che sono state tantissime quelle che non hanno trovato personale”. L’associazione di categoria ha quindi avanzato delle proposte: innanzitutto ripensare il reddito di cittadinanza, che deve diventare una misura di accompagnamento al lavoro e deve andare di pari passo alla decontribuzione degli oneri sociali. Quindi, la necessità di puntare sulla formazione per la riqualificazione del personale, attraverso enti di formazione preposti e tirocini nelle aziende.
Gianluca Manenti, presidente Confcommercio Sicilia, si è concentrato sul ruolo delle associazioni di categoria nella fase post shock economico dovuto al covid: “Ci siamo accollati tutte le responsabilità e siamo scesi in piazza, chiedevamo aiuto, non soldi. E proprio questa sinergia tra le associazioni di categoria in un momento di sconvolgimento, come quello che abbiamo vissuto durate il covid, ci ha confortato. Ora chiediamo la formazione di tavoli che devono essere propositivi, con il cambiamento come denominatore comune per accelerare quello che abbiamo subito in questi anni”.
Amara la riflessione di Vittorio Messina, presidente di Confesercenti: “L’anno scorso Travelexpo è stato l’unico incontro in presenza del 2020, eravamo convinti di essere al riparo da qualunque shock, ma ci è arrivato una mazzata quando a fine ottobre hanno chiuso tutto”. Imparare a convivere con il virus, secondo Messina, è l’unico modo per andare avanti, in tutte le sfaccettature che esso presenta, dal campeggio ai ristoranti alle attività nelle città d’arte: “Quella estiva è una ripresa che da sola non ci fa riprendere i costi subiti, per questo chiamiamo in causa la politica. Avevamo necessità prima del covid della riforma del fisco, della riforma del lavoro e della sburocratizzazione. Ora ne abbiamo ancora più bisogno”.
Un bilancio delle attività istituzionali per il settore è stato fatto da Marcello Giacona, capo di gabinetto dell’assessorato al Turismo della Regione Siciliana: “Sono pronte alcune nuove leggi che il settore chiede da tempo. Abbiamo inviato alle parti sociali la bozza del disegno di legge sul turismo dando loro 10 giorni per studiarla. Come assessorato al turismo vogliamo riappropriarci del turismo, e tra i temi fondamentali ci sono la lotta all’abusivismo e l’introduzione del codice identificativo, che speriamo di portare anche in Sicilia a breve”.