“Magie Barocche”, la grande musica torna protagonista - QdS

“Magie Barocche”, la grande musica torna protagonista

redazione

“Magie Barocche”, la grande musica torna protagonista

sabato 28 Settembre 2019

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL VAL DI NOTO

CATANIA – Anche quest’anno si rinnova l’atteso appuntamento con il Festival internazionale del Val di Noto “Magie Barocche”, alla cui testa vi sono come presidente Antonio Marcellino (che, per inciso, è anche il Sovrintendente della Fondazione Orchestra sinfonica siciliana) e, in qualità di direttore artistico, Agostino Ziino, accademico di Santa Cecilia e professore emerito dell’Università Tor Vergata di Roma.

“Magie Barocche” – forte del contributo del Ministero per i Beni e le Attività culturali e della Regione Siciliana, assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo e con il patrocinio della Città Metropolitana di Catania, del Comune di Catania e del Cunes (Comuni Unesco Sicilia) – propone la sua prestigiosa stagione concertistica felicemente arrivata, quest’anno, alla sua IX edizione. La presentazione ufficiale del programma avrà luogo in occasione della conferenza stampa indetta per giovedì 3 ottobre 2019 alle ore 10,30 nello storico Teatro Machiavelli del settecentesco Palazzo San Giuliano a Catania.

La IX edizione del Festival avrà inizio, a scadenza quasi settimanale (di preferenza il venerdì), il 4 ottobre e terminerà il 30 novembre con dodici concerti in tutto di alta qualità, che coinvolgono interpreti nazionali e internazionali. Previste, come già avvenuto per altre edizioni, delle matinées indirizzate alle scuole, che anticipano e illustrano il senso delle opere che saranno poi eseguite nella serata dello stesso giorno. Non mancano delle connessioni jazzistiche (fuori abbonamento) che contrappunteranno alcuni concerti del mese di ottobre, in particolare gli appuntamenti al Circolo Monk del Paolo Fresu trio (tromba, contrabbasso, pianoforte).

L’esordio della IX edizione di “Magie Barocche” non poteva essere dei più allettanti e intrisi di curiosità, pur nell’estrema popolarità dei brani in programma, nientedimeno che con le celeberrime “Quattro Stagioni” vivaldiane, saranno precedute dalla proiezione di un cortometraggio con nuovi sonetti dedicati a cura di Donatella Di Pietrantonio e Dacia Maraini. Concerti con un’interpretazione unica da parte dei Solisti Aquilani diretti da Daniele Orlando, violino solista nonché maestro di concerto (come usava chiamare secoli fa il direttore d’orchestra).

Venerdì 11 (preceduto dalla prima prevista matinée per le scuole), un altro caposaldo della letteratura musicale di tutti i tempi, le “Variazioni” dette “Goldberg” del grande contemporaneo di Vivaldi, Johann Sebastian Bach. Il capolavoro sarà eseguito dal pianista Alessandro Deljavan, giovane abruzzese (di padre persiano).

La settimana successiva (18 ottobre) ancora Bach con due delle sue 6 “Suites à violoncello solo”, precisamente la seconda e la terza, anticipate dalla relativa matinée e interpretate dal giovane violoncellista russo Gleb Stepànov, che resterà ancora protagonista nell’appuntamento di sabato 19, unitamente all’Orchestra da camera del Teatro Machiavelli diretta dal già noto volto del direttore Claudia Patanè, con il baroccheggiante “Concerto n. 1” di Haydn e la “Sinfonia n. 29” di Mozart.

Il giorno seguente, domenica 20, la scena sarà appannaggio di Claudia Patanè con la sua orchestra che insieme faranno risuonare le note della “Sinfonia n. 45” di Haydn, detta degli addii, e la “Sinfonia n. 25 di Mozart”.

L’ultimo concerto di ottobre, il 25 (anche qui è prevista una matinée), vedrà in primo piano il giovane ma già acclamato pianista Giacomo Scinardo che affronterà alcune sonate di Muzio Clementi, quest’ultimo denominato non a caso “padre del pianoforte” (di cui il nostro virtuoso ha realizzato l’edizione discografica completa delle Sonate).

A novembre (giorno 1), Magie Barocche continua con un concerto di fusione e incroci di generi musicali, nella fattispecie “contaminazioni” bachiane con il jazz, concepito dal Maestro palermitano Salvatore Bonafede e la sua orchestra.

Anticipato da una matinée, venerdì 8 il pianista catanese Francesco Zappalà suonerà musiche di Bach, Liszt e César Franck.

Con un salto temporale, stavolta all’indietro, il Festival Internazionale del Val di Noto offre un vero e proprio spettacolo (15 novembre) per la regia di Massimiliano Giusto e l’apporto di luci, fonica e proiezioni di Giuliano Lo Faro che, insieme al Coro “Doulce Mémoire” – direttore Bruna D’Amico, flauti, percussioni e il clavicembalo di Luca Ambrosio – daranno vita al carnascialesco e spassosissimo “Festino nella sera del giovedì grasso avanti cena” (1608) di Adriano Banchieri.

Il concerto seguente (venerdì 22) pone al centro il pianoforte di Enrico Pieranunzi (impossibilitato a esibirsi nell’ottava edizione del Festival) alla ricerca di “suggestioni e improvvisazioni” su musiche di Domenico Scarlatti.

Gli ultimi due appuntamenti novembrini hanno in comune la regia di Piera Puglisi e la direzione al clavicembalo di Milo Longo che rappresenteranno, rispettivamente “L’ammalato immaginario” (alias Erighetta e don Chilone) tre intermezzi comici di Leonardo Vinci il 29 e Delbo e Lucilla (scene buffe da Il prigioniero fortunato di Alessandro Scarlatti) il 30. L’ensemble d’archi del Conservatorio di musica “Francesco Cilea” di Reggio Calabria dà corpo sonoro, in entrambi i casi, alle rispettive edizioni critiche approntate dai musicologi Gaetano Pitarresi (per il primo titolo), e Nicolò Maccavino (per il secondo titolo, che inoltre viene qui presentato in prima esecuzione moderna assoluta).

Una proposta multiforme, dunque, e ricca di spessore artistico-culturale che al tempo stesso lascia spazio al divertissement e alla levità dell’anima.

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