Notai a confronto su crisi d’impresa e riforma del diritto fallimentare - QdS

Notai a confronto su crisi d’impresa e riforma del diritto fallimentare

redazione

Notai a confronto su crisi d’impresa e riforma del diritto fallimentare

martedì 14 Maggio 2019

Professionisti ed esperti di diritto a confronto in occasione di un convegno svoltosi a Catania. Le nuove norme si pongono l’obiettivo di tutelare aziende e creditori

CATANIA – La crisi d’impresa è tra i principali temi giuridici del momento, fulcro di una riforma normativa che vuole dare una risposta concreta alla domanda che si pongono tutte le aziende di fronte al rischio di fallimento: come guarire dal malessere economico? Il Notariato è tra le categorie professionali chiamate a esercitare tale funzione di monitoraggio, motivo per cui il consiglio distrettuale di Catania e Caltagirone ha approfondito l’argomento con i suoi iscritti e con altri professionisti interessati, in occasione del convegno di studio che si è svolto al Mercure Catania Excelsior.

“Il concetto di tutela e responsabilità dell’azienda – ha affermato il presidente del Consiglio Notarile, Andrea Grasso – che il decreto intende consolidare collima perfettamente con la nostra attività professionale. I primi provvedimenti in vigore ci hanno già coinvolti nel sistema, adesso ci prepariamo alle prossime scadenze, come per esempio la necessità di adeguare gli statuti delle società alle nuove norme”.

Ha introdotto e moderato i lavori il direttore del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Catania e ordinario di Diritto commerciale, Roberto Pennisi, che ha tracciato l’evoluzione culturale che caratterizza la riforma rispetto alla precedente legge fallimentare del 1942: “Dal punto di vista sociale ogni caso di crisi aziendale è solitamente stigmatizzato, come fosse vergogna dell’imprenditore incapace, tuttavia ogni impresa ricorre fisiologicamente al debito, anche quando gode di salute economica. La nuova filosofia è quella di tutelare l’intero tessuto imprenditoriale già dalla comparsa delle prime sofferenze”.

Il concetto di protezione si allarga anche ai creditori che vengono coinvolti, per i quali il decreto predilige una procedura di risanamento e di composizione della crisi, cioè acquisire una percentuale delle somme dovute, piuttosto che una procedura fallimentare come quella già conosciuta che assorbe, con le sue spese,le poche risorse rimaste all’azienda. Tale scenario è stato approfondito dal punto di vista tecnico dai due docenti universitari, Pierpaolo Sanfilippo (ordinario di Diritto fallimentare presso l’ateneo catanese) e Fabrizio Guerrera (ordinario di Diritto commerciale all’Università di Messina).

Del caso specifico delle nuove forme di tutela per coloro che acquistano immobili da costruire si è occupato il componente del Consiglio nazionale del Notariato, Enrico Sironi, il quale ha specificato che “dal 16 marzo di quest’anno è obbligatorio l’atto notarile per il preliminare di vendita fra acquirente e costruttore”.

È intervenuto, inoltre, il presidente dell’Ordine etneo dei commercialisti, Giorgio Sangiorgio, sottolineando il ruolo sempre più determinante del professionista nella prevenzione della crisi: “La riforma delle procedure concorsuali punta sui meccanismi di allerta per attenuare o neutralizzare il ritardo con cui le imprese segnalano la crisi, tuttavia le soglie impostate per l’obbligo di segnalazione dell’insolvenza non appaiono coincidenti con la realtà del tessuto imprenditoriale italiano”.

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