Nucleare significa da nucleo dell’atomo - QdS

Nucleare significa da nucleo dell’atomo

Carlo Alberto Tregua

Nucleare significa da nucleo dell’atomo

venerdì 15 Ottobre 2021

È materia non inquinante

Nel vulgo della comunicazione, soprattutto di quella dei falsi ambientalisti, quando si parla di nucleare ci si riferisce a materia inquinante. Si tratta di una falsità perché invece nucleare significa la particella del nucleo dell’atomo, il quale non è inquinante.

Sulla materia dell’inquinamento si diffondono continue parole sbagliate, che fanno seguito a concetti ignoranti della realtà che vengono propinati da persone altrettanto ignoranti, le quali tengono la testa per dividere le orecchie o per consumare shampoo.

L’avversione verso l’energia nucleare, cioè che proviene dall’atomo, ha creato falsi allarmi in tutto il mondo, del tutto ingiustificati.
Sì, perché il disastro di Chernobyl (1986) e l’altro più recente in Giappone di Fukushima (2011), sono da annoverarsi tra le disgrazie che statisticamente colpiscono l’umanità, come quando si verificano terremoti, eruzioni, esondazioni o, più banalmente, aerei che cadono o navi che naufragano.

Tutte queste informazioni false – mentre in Francia l’energia prodotta dall’atomo ha consentito a quell’economia di svilupparsi e di indebitarsi relativamente poco – hanno assoggettato il sistema produttivo e dei consumi italiano a oneri notevoli, conseguenti alla subordinazione da petrolio e da gas naturale, prodotti fossili che creano notevole inquinamento, molto superiore a quello causato dalla produzione di energia atomica da fissione e non da fusione.

Peraltro, i processi di produzione dell’energia nucleare hanno fatto notevoli passi avanti, con la conseguenza che oggi si può tranquillamente parlare di energia atomica verde, perché sicura e non inquinante.
Insieme a essa sono in attivazione processi di produzione di idrogeno, che consuma anidride carbonica, uno dei maggiori gas a effetto serra, e altri processi produttivi che utilizzano i rifiuti solidi urbani con inquinamento pari allo zero, ma con un recupero, attraverso l’economia circolare, di energia, biocarburante, prodotti per sottoasfalto e altro.

Come si vede, lo scenario del futuro è molto vasto. Ora si tratta di attuare progetti rapidi, non inquinanti ed economici.
Com’è noto, l’aria è composta dal 78 per cento di azoto, dal 21 di ossigeno e dall’1 per cento di altri gas. Il corpo umano è composto per il 60 per cento di liquidi e per il 40 per cento di solidi. Ogni persona emette un chilo di CO2 al giorno. Fate il conto di quanta CO2 emettono i 7,6 miliardi di abitanti della Terra, ogni giorno.

Il processo di ammorbamento dell’atmosfera è continuo e le previsioni per la fine di questo secolo sono drammatiche, perché ritengono che la temperatura media del Pianeta possa aumentare fra i due e i quattro gradi.
Per fortuna che ci sono i vegetali, i quali consumano un’enorme quantità di anidride carbonica ed emettono ossigeno, il che equilibra il rapporto sulla Terra e intacca relativamente poco l’atmosfera.

Essa è una sorta di fascia protettiva di circa 190 chilometri che ci consente di non essere bruciati, letteralmente, dai raggi solari.

Contemporaneamente, però, nell’atmosfera rimangono enormi quantità di CO2 che non riescono ad attraversarla. La CO2 è prodotta dai “fornelli” ove bruciano carbone, petrolio e gas.

L’atmosfera però non è un contenitore senza limiti. Tutt’altro. Potrebbe verificarsi che essa si saturi di CO2 con una ricaduta terrificante sull’umanità .
Ecco perché, da qualche decennio, le ricerche sono state indirizzate per ottenere processi produttivi che utilizzano l’anidride carbonica, in modo da trasformarla in carburante e, contemporaneamente, alleggerire il “deposito” di CO2 che c’è nell’atmosfera.

Nel momento in cui i ricercatori riuscissero a trovare il modo per attivare questi processi, potrebbe iniziare un’era in cui l’anidride carbonica diminuirebbe la sua presenza e con ciò si attiverebbe un processo di disinquinamento del Globo.
La ricerca si è indirizzata anche all’utilizzo dell’energia solare. Pensate alla quantità di energia che c’è nel deserto del Sahara (sei milioni di chilometri quadrati), ove potrebbero essere recuperati sei miliardi di tonnellate, appunto, di energia solare.
Riflettiamo sul futuro del Pianeta, che non è cosa loro, ma cosa nostra.

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