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Numeri da gialla, soprusi da arancione

Non ascoltato Musumeci

Avere passato la Sicilia in zona arancione, con tutte le chiusure conseguenti, è stata una prepotenza (e non una prudenza) del Governo, nonostante il presidente della Regione Musumeci avesse fatto presente che gli indici non andavano in quella direzione.
Che una regione sfiancata, debilitata e con una recessione antecedente all’epidemia non avesse bisogno di un’ulteriore legnata era evidente a tutti, tranne a chi, a Roma, è sotto il dominio del Cts (Comitato tecnico scientifico) e dell’Iss (Istituto superiore di sanita).
In questo periodo, che ormai dura da un anno, la dittatura dei cosiddetti scienziati è stata asfissiante e, nonostante i numerosi errori previsionali e comportamentali, essi continuano a dettare la linea a questo Governo, dopo aver fatto in maniera analoga con il precedente Esecutivo.
Purtroppo il ministro della Sanità, Roberto Speranza, non è un uomo di polso, capace di assumersi le proprie responsabilità e di mettere sulla bilancia i due principi costituzionali: la tutela della salute e la tutela dei cittadini (lavoro).

La gente è sfiancata e avvilita, ovviamente ci riferiamo alla parte della popolazione non protetta, perché quell’altra (dipendenti pubblici e pensionati), che non ha avuto alcun nocumento dall’epidemia, continua a fare la propria vita, seppur subendo anch’essa le restrizioni del passato e quelle in atto.
Ma i lavoratori autonomi, di cui cinque milioni con partita Iva, e altri che galleggiano in un mondo semi ufficiale, nonché poveri, mendicanti e altri esseri viventi, stanno soffrendo in modo insopportabile perché quando la ruota economica rallenta o si ferma, per chi vive ai margini non vi è alcuna possibilità; ciò, nonostante l’enorme lavoro che hanno fatto le associazioni di volontariato, prime fra le quali Caritas e Croce rossa.
Sono scomparse dall’orizzonte le cosiddette associazioni umanitarie di servizio che non hanno avuto la sensibilità di dar da mangiare a poveri e affamati.
La situazione è grave e bisogna porvi rimedio per le prossime tre settimane (fino al 5 aprile) e, inoltre, bisogna approntare un piano che vada da maggio a dicembre per rimettere in moto l’economia e far fronte all’estesa povertà.
Secondo dati non ufficiali, circa il trenta per cento della popolazione siciliana è in condizione d’indigenza. Ma i cittadini di questa fascia disgraziata votano e quindi saranno condizionati, in occasione dei prossimi suffragi, dal loro stato, per cui riverseranno il loro consenso verso chi avrà fatto promesse, promesse e promesse, regolarmente non mantenute.
E questo ci sembra il disegno diabolico di tanta gente che si occupa di raccogliere i voti: coordinare le truppe cammellate dei poveri (ma votanti), promettendo loro qualunque cosa, in modo da diventare portatori di consenso a questo o a quel capo bastone, per averne un tornaconto personale.
Ma torniamo alle iniziative degli otto mesi (maggio-dicembre) di quest’anno.
In primo luogo, la Regione dovrebbe promuovere il turismo interno, come abbiamo scritto più volte, per tentare di raggiungere tre obiettivi: cinque milioni di pernottamenti, 1,5 miliardi di Pil e dieci/quindicimila nuovi occupati.

In secondo luogo, dall’apertura dell’anno scolastico, promuovere un turismo degli alunni per fare conoscere la Sicilia e, anche in questo caso, si possono perseguire tre obiettivi, gemelli a quelli prima indicati.
Terza iniziativa, sulla quale peraltro sta camminando la Regione, è rafforzare la spinta per sbloccare tutti, ma proprio tutti, i cantieri di propria competenza. Non solo, ma anche spingere fortemente il Governo e i ministeri competenti per sbloccare i loro cantieri di competenza.
Quarta iniziativa: una forte interlocuzione con lo stesso Governo, per iniziare nuove opere autostradali e stradali, nonché una forte attività di manutenzione delle stesse.
Abbiamo già pubblicato e lo continueremo a fare, i dieci punti che l’attività del Governo regionale dovrebbe sostenere per ribaltare lo stato di pessimismo e inattività in cui versa tutta la popolazione siciliana. Continueremo a farlo e sosterremo fortemente il presidente Musumeci e tutti i dirigenti dei partiti, senza distinzione, armati di elmetto e spada per andare contro i nemici della Sicilia.